ROMA. – Prima gli ambasciatori del Nord Europa, poi gli emissari dell’Osce: Luigi Di Maio, in una break dal suo tour elettorale, torna a tessere la tela internazionale del M5S rilanciando, nell’incontro con l’organizzazione internazionale che monitora il voto in diversi Paesi dell’Eurasia, la “preoccupazione” per la presenza del “voto di scambio” in Italia.
E capovolgendo l’allarme sulle fake news più volte sottolineato dal Pd: “in Italia c’è il grande problema di gruppi editoriali impuri. Ci sono giornali e emittenti di partito che producono fake news contro il M5S”, spiega il candidato premier all’organizzazione per la cooperazione e sicurezza, arrivata in Italia per incontrare, in vista delle Politiche 2018, tutte le parti politiche in campo.
“Siamo preoccupati per la qualità delle persone che vengono candidate dai partiti”, sottolinea Di Maio lanciando anche l’allarme sui vertici della Rai che, dopo la riforma, “dipendono dal governo”. E’ un lungo j’accuse, insomma, quello del leader pentastellato all’Osce che, nelle prossime settimane, dovrà valutare un eventuale monitoraggio del voto.
Poco prima è toccato agli ambasciatori di Norvegia, Svezia, Danimarca, Finlandia e dei Paesi Baltici intavolare una sorta di “question time” per Di Maio. Si tratta dei rappresentanti dei “falchi del rigore” dell’Ue, ovvero di quelli che, difficilmente, sopporterebbero una politica espansiva in deficit, così come sembra delinearla il Movimento.
E sono diverse le domande rivolte a Di Maio: sul tema del debito, dell’euro, di un possibile team del M5S al governo. Con Di Maio che, si apprende da fonti pentastellate, replica ad ogni domanda, “rispondendo a tono e in modo abbastanza forte” su alcune cose e tentando, allo stesso tempo, di “tranquillizzare” i suoi interlocutori sui punti più delicati della politica europea pentastellata, a cominciare dalla moneta unica. E dal Movimento trapela “soddisfazione” per come Di Maio abbia cercato di raccontare un governo a 5 Stelle.
A far polemica, intanto, è “la proposta di Natale” che lancia l’esponente del M5S. “Il Senato approvi il nostro progetto che prevede che su dodici giorni festivi all’anno sei devono essere di chiusura per i negozi”, è l’appello che lancia ricordando come, il ddl del M5S, sia stato già approvato alla Camera. “E’ una proposta per le famiglie, anche quelle degli esercizi commerciali hanno diritto al riposo”, spiega Di Maio strizzando l’occhio alla Chiesa (“la Cei sostiene la nostra proposta”) e ricordando come le “liberalizzazioni di Monti e del decreto Bersani abbiano fallito”.
La concorrenza crea lavoro,stipendi, qualità accessibile a prezzi bassi per tutte le famiglie. Noi difendiamo le liberalizzazioni di Monti”, ribatte Benedetto Della vedova, tra i promotori della lista “+Europa”.
(di Michele Esposito/ANSA)