Doping, Medvedev: “Squalifica per influenzare il voto”

Russia squalificata per doping.
Russia squalificata per doping.

 

MOSCA. – La botta c’è e si sente. A due giorni dall’esclusione della Russia dalle Olimpiadi invernali del 2018 continua, come uno sciame sismico, la girandola delle dichiarazioni. A intervenire, adesso, è stato il premier Dmitri Medvedev, che ha definito il rapporto del Cio “pieno di menzogne” e ha puntato il dito contro la “componente politica” di tutta questa vicenda.

Secondo Medvedev, infatti, la decisione di squalificare la Russia è stata presa “alla vigilia delle elezioni presidenziali con l’obiettivo di creare nella nostra società certi umori”. “Vorrei notare – ha aggiunto – che gli ultimi 1500 campioni prelevati agli sportivi russi sono stati puliti: questo significa che la situazione del doping nel nostro paese è cambiata in maniera decisiva e adesso probabilmente non è migliore, ma nemmeno peggiore, di altri paesi”.

Sulla questione è intervenuto anche l’ex ministro dello Sport e attuale vice premier Vitaly Mutko, bandito a vita dal Cio, dicendosi pronto a a dimettersi “in qualunque momento” – per quanto le dimissioni non siano ora “una priorità”. “Adesso – ha affermato – la cosa più importante è aiutare gli atleti: agli sportivi sospesi dalla commissione Oswald verranno dati tutti gli aiuti possibili, giuridici, materiali e organizzativi. E poi parleremo delle dimissioni”.

Già, gli sportivi. Chi andrà a Pyeongchang con le insegne neutrali? Per ora chi si è fatto avanti senza mezzi termini è Viktor An, pattinatore di short-track, coreano di origine e vincitore di tre medaglie d’oro a Sochi. Anche l’asso dell’hockey Ilya Kovalchuk si è detto intenzionato a gareggiare poiché “l’amore per la patria lo si porta nel cuore, non serve una bandiera sul petto”.

La squadra nazionale di hockey aveva d’altra parte già inviato una lettera a Vladimir Putin – noto amante e praticante della disciplina – in cui si esortava il presidente a permettere al team di partecipare in ogni caso: “Non andare – l’appello strappacuore – equivale ad arrendersi”.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

Lascia un commento