Raid neofascisti, Minniti: “Non è a rischio la democrazia”

Raid naziskin a Como
Raid naziskin a Como

 

 


ROMA. – Il raid di un gruppo di skinhead a Como e il blitz di Forza Nuova fuori la redazione di Repubblica. Due azioni, avvenute a pochi giorni di distanza l’una dall’altra, che fanno temere il ritorno di derive neofasciste in Italia. Una eventualità respinta con forza dal ministro dell’Interno, Marco Minniti. “Se qualcuno pensa che in un momento di incertezza politica – ha affermato il numero uno del Viminale – ci possa essere spazio per infiltrare pratiche antidemocratiche, la risposta è semplice: non c’è aria”.

Per il ministro “ci sono i corpi dello Stato che non subiscono incertezza politica”. Parole che arrivano nella giornata in cui le indagini avviate dopo le due azioni hanno segnato una importante accelerazione con perquisizioni e primi indagati.

Per l’irruzione nel circolo di Como, la polizia ha eseguito 13 perquisizioni per appartenenti al gruppo di estrema destra “Veneto Fronte Skinheads”. I provvedimenti sono stati eseguiti dagli agenti della Digos di Como, Brescia, Genova, Lodi, Mantova e Piacenza, città di residenza degli indagati. Sequestrati pc, tablet e altri supporti informatici con lo scopo di accertare, anche attraverso le mail, se i responsabili del blitz avessero pianificato il blitz tempo addietro e in quale luogo è partita l’iniziativa.

Gli investigatori vogliono anche accertare se si tratti di un fatto isolato o che rientri in una strategia più articolata e più ampia. Nei confronti degli attivisti locali il questore di Como ha avviato il procedimento per l’adozione dell’ ‘Avviso Orale’ mentre ai militanti delle altre province è stato notificato il provvedimento del “foglio di via obbligatorio”.

Diversi gli indagati anche per l’azione di Forza Nuova a Roma. L’indagine è stata affidata dal procuratore Giuseppe Pignatone al pool di pm che si occupa di terrorismo. Al momento 9 persone sono state identificate grazie anche alle telecamere a circuito chiuso che hanno ripreso le varie fasi del gruppo: 12 i partecipanti all’azione. Tra loro un minore, la cui posizione è stata inviata al Procura dei minori, una donna ed un militante di 44 anni.

La maggior parte, fa sapere la polizia, sono noti ultras della Lazio, alcuni già sottoposti a Daspo. Gli identificati sono stati perquisiti, così come la sede di Forza Nuova. Sequestrato materiale documentale di particolare interesse investigativo all’esame degli uomini dell’antiterrorismo, nonché bandiere del partito politico greco Alba Dorata, croci celtiche, un busto di Mussolini, immagini di Hitler.

Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Francesco Caporale, procedono per violenza privata, manifestazione non autorizzata e accensione di artifizi pirotecnici in luogo aperto al pubblico. Durante l’azione i militanti di Forza Nuova hanno esposto uno striscione con su scritto “Boicotta La Repubblica e L’Espresso” e hanno lanciato alcuni fumogeni in direzione della redazione.

Investigazioni sono in corso per individuare gli altri responsabili. Tutti gli indagati verranno sottoposti a Daspo. Su quanto avvenuto a Roma è intervenuto il capo della polizia, Franco Gabrielli, definendo “grave” il bltiz e aggiungendo: “tutte le volte che si mette in discussione la possibilità che la stampa sia libera, credo sia un interrogativo per tutti. Su queste vicende credo che non si debba mai avere l’improntitudine di fare dei distinguo. Queste cose vanno condannate senza se e senza ma, che riguardino testate che si collocano a destra, a sinistra o al centro”.

(di Marco Maffettone/ANSA)

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