Accordo Pd-FI sui collegi, Rignano torna a Firenze

 

 

ROMA. – Pd e Forza Italia ridisegnano la mappa dei collegi elettorali contenuta nel decreto del governo che chiude l’iter parlamentare del “Rosatellum” e le commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato danno parere positivo. Scatenando la polemica.

L’accordo raggiunto tra i due partiti è una “forzatura”, tuonano gli esponenti di “Liberi e Uguali”. E’ “una riedizione elettorale del Nazareno”, osserva il M5S che sceglie al Senato di non votare. “Ognuno dei nuovi collegi”, commenta la presidente dei senatori di Sinistra Italiana, Loredana De Petris, “ha un nome e un cognome” e lo “strappo” è considerato “scandaloso” dal deputato Alfredo D’Attorre.

La modifica più “eclatante” è la riscrittura dei collegi della circoscrizione della Camera Toscana che consente il passaggio del comune di Rignano, quello di appartenenza del segretario Pd Renzi, al collegio di Firenze. Mentre la commissione Istat lo aveva collocato in quello di Empoli-Livorno. Ma non è l’unica novità.

“Si è spostato Castelfiorentino a Empoli, dove probabilmente sarà candidato Lotti – spiega D’Attorre – mentre in Basilicata hanno staccato Melfi e Rionero da Potenza accorpandoli a Matera, per consentire l’accorpamento dell’area dei Pittella. A Salerno si accorpano San Severino e Fisciano alla città, per rafforzare le prospettive Pd dove probabilmente sarà candidato il figlio di De Luca. E in Campania 1 si spostano comuni come Boscoreale e Boscotrecase accorpati con Torre del Greco, sulla base di richieste di consiglieri regionali del Pd come Casillo e altri”. E a proposito di Casillo si fa insistente la voce di lui come “portatore di voti” per Maria Elena Boschi che potrebbe essere candidata in un collegio campano.

Il relatore alla Camera, Emanuele Fiano, respinge ogni accusa e per quanto riguarda le modifiche assicura che “nessuna” di queste “ha un contenuto politico”, ma “sono state chieste per una migliore omogeneità del territorio, della popolazione e tra Camera e Senato”. Sono 16 le modifiche chieste, ricorda, su 445 Collegi plurinominali e uninominali di Camera e Senato.

Parla invece di “gerrymandering” (parola che fonde due termini “Gerry” e “salamander” e che definisce il metodo ingannevole usato da un governatore americano del ‘700 per ridisegnare i collegi elettorali) Federico Fornaro. Il meccanismo studiato da Pd e FI, spiega, serve di fatto ad aumentare il numero dei seggi in determinati collegi e a garantire un migliore risultato per quei partiti che supereranno una certa soglia (dal 15% in su).

Intanto il Pd presenta un emendamento alla manovra per ridurre di un quarto il numero delle firme per le liste che non hanno un gruppo in Parlamento: esattamente la richiesta fatta da Bonino e Della Vedova nei giorni scorsi.

(di Anna Laura Bussa/ANSA)

Lascia un commento