Inps: 114 milioni di giorni persi per malattia, con frequenza massima il lunedì

Inps: 114 milioni di giorni persi per malattia
Inps: 114 milioni di giorni persi per malattia.

 


ROMA. – Oltre 18,9 milioni di certificati di malattia per 114 milioni di giorni di lavoro persi nel complesso: nel 2016, anche a causa dell’ulteriore invecchiamento degli occupati, sono aumentate ancora le assenza di malattia con una crescita del 3% per quanto riguarda i giorni e del 2,7% per quanto riguarda il numero dei certificati inviati all’Inps.

Si registra un rallentamento per le richieste di malattia dei lavoratori pubblici (che comunque continuano ad ammalarsi in media molto di più dei lavoratori privati) mentre si conferma nel lunedì il giorno nel quale ci si ammala con più frequenza. Gli “eventi malattia” nell’anno sono stati rispettivamente 9,3 milioni nel settore privato e cinque nella pubblica amministrazione.

I dati, contenuti nell’Osservatorio Inps sui certificati di malattia, indicano differenze tra i comparti nel numero dei giorni di malattia ma anche nella dimensione aziendale con 2,6 eventi medi per lavoratore nelle aziende oltre i 500 dipendenti e 1,6 in quelle fino a cinque dipendenti.

Ci si ammala nel privato soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno (circa il 38% dei certificati medici del settore privato) mentre nel pubblico il periodo con la più alta frequenza di certificati è il primo trimestre. La distribuzione del numero degli eventi malattia per giorno di inizio della settimana nel 2016 è simile per i due comparti, con frequenza massima il lunedì con 2,7 milioni di eventi per il settore privato (29,6% del totale) e 1,3 milioni per la pubblica amministrazione (26,8% del totale). Si sono ammalati nell’anno 4,4 milioni di lavoratori privati e 1,8 milioni di lavoratori pubblici.

Da settembre di quest’anno è cambiato il sistema di controllo sulle malattie con l’Inps che estende la sua competenza anche alle visite fiscali ai travet. Si dovrebbe partire con circa 300.000 controlli (verificando quindi circa il 5% dei certificati, come nel privato) fino ad arrivare, a regime a 500.000 controlli l’anno. La stretta ha l’obiettivo di ridurre gli abusi ma il divario nella morbilità tra pubblici e privati dipende chiaramente non solo dalla presenza di una percentuale maggiori di “furbetti del termometro” ma anche da altri fattori quali l’età media più alta dei lavoratori del comparto pubblico.

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