Mattarella in Portogallo: “Il lavoro cardine della democrazia”

L'arrivo del presidente Mattarella a Lisbona (Portogallo)

 


LISBONA.- “Il lavoro costituisce il cardine del patto di cittadinanza su cui si fonda la nostra Repubblica ed è un diritto del lavoratore”. Si fa precedere da questo richiamo Sergio Mattarella prima di atterrare a Lisbona per una visita di Stato di tre giorni che è l’ultima di questa legislatura all’estero.

Il presidente della Repubblica sbarca in un Paese governato dal socialista Antonio Costa che dal 2015 guida la ripresa lusitana con una coalizione di sinistra che sta riuscendo a coniugare l’ordine dei conti con una serie di misure sociali tutte tese al welfare e alla creazione di posti di lavoro. E inevitabilmente la visita del presidente Mattarella si concentrerà proprio sull’analisi delle ricette anti-crisi, sul lavoro e sul futuro e la qualità dell’Unione europea.

Ma non solo: questa volta l’osservato speciale sarà l’Italia che, alla vigilia di incertissime elezioni politiche, sta catalizzando l’attenzione di tutta Europa. Da decenni laboratorio di soluzioni se non spericolate perlomeno di rottura – basti pensare all’ascesa irresistibile di Silvio Berlusconi negli anni 90 fino al regno del “rottamatore” Matteo Renzi – il Belpaese ancora una volta torna sotto la lente di un’Europa in preda a movimenti populisti e pericolose conversioni nazionaliste. Che stanno crescendo anche da noi.

E la stabilità italiana, da sempre la vera incognita per gli osservatori esteri, torna sotto la lente d’ingrandimento. Toccherà così a Sergio Mattarella – tra pochi mesi protagonista della “lettura” dei risultati del voto di primavera – rispondere ad una serie di preoccupati interrogativi che stanno germogliando nelle cancellerie alleate.

Niente è più disconnesso in Europa e le sorti di un grande Paese come l’Italia possono cambiare gli equilibri continentali dei prossimi anni. Così come quelli dei gruppi parlamentari europei. Grazie a una previdente Carta Costituzionale il presidente della Repubblica si trova invece nel pieno del suo vigore, neanche alla metà del suo settennato, ed è visto come il garante della stabilità e della continuità italiana nelle linee fondamentali di politica estera.

Con le elezioni alle porte – si conferma lo scioglimento delle Camere a inizio gennaio e il voto a marzo – Mattarella anche a Lisbona sarà con tutta probabilità interrogato su quanto succede in Italia. E non è nè poco nè chiaro. A partire dalla nuova legge elettorale, mix di maggioritario e proporzionale di difficile lettura. E se il partito di maggioranza, il Pd renziano, è alle prese con una scissione traumatica, forse sarà il rebus Cinque stelle a stimolare le maggiori curiosità in casa Europa dove non si può non temere il movimento grillino per la sua freddezza nei confronti dell’Unione.

Se a questo si aggiunge la crescita dei movimenti sovranisti, l’aggressività della Lega di Salvini e l’indubbio riaffacciarsi di gruppi neofascisti c’è molto da tranquillizzare. Forte del sostegno italiano alla candidatura del ministro socialista portoghese Mario Centeno eletto ieri presidente dell’Eurogruppo, Mattarella dialogherà di Europa e rigore, di come navigare tra conti in ordine e maggiore flessibilità per la crescita.

Il tutto mentre crescono le voci sulla necessità di una manovra correttiva di Primavera dopo che proprio l’Eurogruppo ha chiesto di “considerare misure aggiuntive in modo tempestivo”. Manovra che cadrebbe nel periodo delicatissimo – anche per Mattarella – della formazione di un nuovo Governo.

A Lisbona Mattarella vedrà subito il presidente portoghese Marcelo Rebelo de Sousa, fervente europeista, con il quale il dialogo sarà facile: si confermerà la necessità di una trazione franco-tedesca non esclusiva, sottolineando la necessità di un forte ruolo propositivo dei paesi del sud come migliore antidoto ai populismi e ai nazionalismi.

(Dell’inviato Fabrizio Finzi/ANSA)