Pensioni: Cgil in piazza con la sinistra, presto nuova mobilitazione

Un momento della manifestazione nazionale per pensioni e lavoro organizzata dalla CGIL
Un momento della manifestazione nazionale per pensioni e lavoro organizzata dalla CGIL a Torino. ANSA / ALESSANDRO DI MARCO
Un momento della manifestazione nazionale per pensioni e lavoro organizzata dalla CGIL a Torino, 2 dicembre 2017. ANSA / ALESSANDRO DI MARCO

 


ROMA. – La Cgil scende in piazza, con manifestazioni in cinque città, attacca il governo che “ha chiuso le porte” e “disatteso gli impegni” sulla previdenza, come dice più volte la segretaria generale Susanna Camusso. Chiede una “svolta” su pensioni, lavoro e giovani e già prepara una nuova “mobilitazione generale”. Mentre lancia una proposta a Cisl e Uil con cui “bisognerà ricostruire i fili” dell’unità.

Al fianco della Cgil c’è anche la sinistra, con esponenti di Mdp, Sinistra italiana e Possibile (alla vigilia dell’assemblea per la nascita della lista unitaria, alla quale sarà presente la stessa Camusso), di Campo progressista e Rifondazione comunista.

‘Pensioni, i conti non tornano’ è lo slogan della mobilitazione che accompagna i cortei nelle cinque piazze – a Roma, Torino, Bari, Palermo e Cagliari – e l’intervento di Camusso dal palco della capitale, in collegamento con le altre città.

Una vertenza che resta aperta, perché bisogna cambiare “una legge profondamente ingiusta”, fermare il meccanismo automatico sull’innalzamento dell’età pensionabile legato all’aspettativa di vita, ripete Camusso, che proietta l’Italia, “unico Paese al mondo”, ad una rincorsa “continua, eterna”.

Bisogna dare risposte ai giovani, garantendo loro “un lavoro dignitoso ed un futuro previdenziale”, e alle donne, partendo dal riconoscere il lavoro di cura. Il tema è dare queste risposte e “cambiare la legge Fornero. Siamo stanchi di spot elettorali”, rimarca da Palermo l’ex leader della Fiom ed attuale segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini.

La “priorità” resta il lavoro, dice ancora Camusso dal palco, e la sua “qualità”. Così come l’attenzione resta sulla reintroduzione piena dell’articolo 18, che “non è un totem ideologico, come dice l’ex premier – è la replica a Renzi -, ma è una necessità concreta per superare le divisioni nei luoghi di lavoro”.

Ci sono poi i contratti pubblici, che “vogliamo davvero si rinnovino, non solo che vengano annunciati”. Ci sono i lavoratori: Camusso parla dello sciopero dei lavoratori di Amazon (che “hanno squarciato un velo sulle condizioni vere di lavoro”) e del licenziamento da parte dell’Ikea di “Marika” (“non può avere un turno che concili le esigenze familiari!”), della stabilizzazione di tutti i 18 mila ex Lsu che operano come ausiliari scolastici (non solo di Palermo) e dei precari della ricerca (“bisogna mettere le risorse”) fino alla vertenza della modenese Castelfrigo.

“Oggi è la prima mobilitazione, ma non ci fermiamo”, afferma Camusso in chiusura: “Continueremo nei prossimi giorni. In parlamento presidieremo la discussione sulla legge di bilancio e continueremo a chiedere ai gruppi parlamentari di intervenire per modificarla. Continueremo ad organizzare assemblee e scioperi nei luoghi di lavoro per sostenere le nostre vertenze”. E “a lavorare per preparare la prossima mobilitazione generale che, ve lo posso assicurare, non è lontana nel tempo”.

Con Cisl e Uil bisogna intanto ricucire. “Lo diciamo con amarezza: facciamo fatica a capire perché ci siano giudizi diversi” sull’esito del confronto con il governo, premette Camusso. “Li rispettiamo, ovviamente, ma sono lontani dalla piattaforma” unitaria sulla previdenza messa a punto un anno fa.

“Noi vogliamo ritessere i fili unitari” e, quindi, “proponiamo a Cisl e Uil di definire insieme delle regole comuni” su come affrontare le vertenze, su come ‘misurare’ i risultati, tra i sindacati e tra i lavoratori, rispetto alle richieste contenute in una piattaforma unitaria. “Perché sappiamo bene che quando si è divisi si è più deboli”.

Pronta la replica della Uil: “Per noi l’unità sindacale è una scelta strategica”, afferma il segretario generale Carmelo Barbagallo.

“Il sindacato è il sindacato, noi siamo qui per sostenere una battaglia”, afferma dalla piazza l’ex leader della Cgil ed ora deputato di Mdp, Guglielmo Epifani. “Questa piazza chiede un cambiamento profondo, non stampelle alle politiche sbagliate di questi anni”, dice Alfredo D’Attorre, deputato di Mdp.

È “necessario continuare a battersi. Il sindacato fa le sue battaglie e chi le condivide sta in piazza con il sindacato. Non c’entra nulla la politica”, dice il segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni. “Siamo qui perché ci batteremo nella manovra per dar seguito anche ad alcune richieste che ha fatto la Cgil”, afferma Marco Furfaro di Campo progressista.

Lascia un commento