Pensioni: sabato la Cgil in piazza. Poletti: “Da noi scelte di equità”

Camusso chiama la piazza
Camusso chiama la piazza

ROMA. – La Cgil si prepara a scendere in piazza sabato 2 dicembre, con lo slogan ‘Pensioni, i conti non tornano!’ che accompagnerà la mobilitazione nazionale proclamata dopo l’esito del confronto con il governo sulla previdenza, considerato dal sindacato guidato da Susanna Camusso “insufficiente”. A differenza di Cisl e Uil.

Un esito che, invece, difende il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: “Siamo convinti della scelta che abbiamo fatto”, che è “una scelta di equità” sociale, mettendo in campo “lo sforzo che era possibile, in “un quadro che deve tenere insieme” anche “l’equilibrio dei conti pubblici”.

La Cgil, prosegue il ministro, “ha un’opinione diversa, esprime la propria valutazione, è corretto e normale che ciò avvenga. Ognuno si assume le proprie responsabilità”. Il governo “non ha rispettato gli accordi”, insiste Camusso, rimarcando che “dobbiamo cambiare il sistema previdenziale, che oggi è ingiusto”.

E a Cisl e Uil “diciamo che non ci si può accontentare di provvedimenti che sono parziali e che bisogna riaprire la vertenza”. Del pacchetto pensioni una parte (lo stop dello scatto a 67 anni dell’età di pensionamento, dal 2019, per 15 categorie di lavori gravosi e un nuovo meccanismo di calcolo della speranza di vita dal 2021 per tutti) è stato già tradotto in un emendamento presentato dall’esecutivo alla legge di bilancio. La parte relativa, invece, all’allargamento per il 2018 alle stesse 15 categorie di lavori gravosi per l’accesso all’Ape social (l’Anticipo pensionistico a carico dello Stato) e dello sconto sui requisiti contributivi per le donne lavoratrici con figli (un anno per ogni figlio, fino ad un massimo di due), sarà presentata dal governo in un altro emendamento alla Camera.

Rimarca il giudizio positivo la Cisl: dal confronto con il governo “abbiamo portato a casa risultati”, sottolinea la segretaria generale Annamaria Furlan, dall’assemblea interregionale dei delegati Cisl di Lazio, Marche, Abruzzo e Molise. E rispetto alla posizione della Cgil, sottolinea “il pluralismo sindacale” che c’è nel Paese, ma anche che “quando si inizia un negoziato serio, bisogna saperlo chiudere” con risultati.

Dalla manifestazione nazionale della Uil, anche il segretario generale Carmelo Barbagallo rivendica i risultati ottenuti (con “la breccia aperta nella legge Fornero”) insieme alla necessità di andare avanti: “Al governo chiediamo di portare a compimento la seconda fase senza che nessuno peggiori la situazione in Parlamento”. In attesa che si avvii “la terza fase” della previdenza, su cui confrontarsi “con qualsiasi governo ci sarà in futuro”.

Sono cinque le manifestazioni organizzate sabato mattina dalla Cgil: a Roma con la segretaria generale Camusso, a Torino, Bari, Palermo e Cagliari, dove sfileranno i relativi cortei. A concludere le iniziative sarà Camusso, che prenderà la parola dal palco della capitale, in collegamento video con le altre città. Annunciata la presenza in piazza della galassia di sinistra, da Mdp-Si-Possibile a Campo progressista.