Ocse più ottimista del governo, la crescita supera le attese

 


PARIGI. – L’Ocse vede in rosa, almeno per quest’anno, con stime di crescita superiori a quelle del governo, anche se avverte che il Pil tornerà a diminuire nel 2018 e nel 2019, e non solo in Italia. Nelle Prospettive economiche presentate a Parigi, l’organizzazione internazionale guidata da Angel Gurria rivede al rialzo la crescita del nostro Paese per il 2017 all’1,6%, contro l’1,5% contenuto nelle più recenti previsioni governative.

Sono “dati lusinghieri”, commenta Pier Carlo Padoan. Ma “l’Italia – avverte il ministro – ha enorme bisogno di investimenti, a lungo termine, che abbiano un impatto positivo sulle grandi infrastrutture”. Per il titolare del Tesoro, il Paese sta dunque “mostrando segnali di ripresa non effimeri”.

Nelle previsioni intermedie di settembre l’Ocse indicò una crescita tricolore dell’1,4% nel 2017 e dell’1,2% nel 2018. Questa volta si scommette dunque su due decimali in più, 1,6% per l’anno in corso, destinato però a calare all’1,5% l’anno prossimo e all’1,3% nel 2019.

Una contrazione che, come spiegato da Gurria, non riguarda solo l’Italia, ma più o meno tutti. A cominciare dall’eurozona, dove il Pil diminuirà al 2,1% nel 2018 e all’ 1,9% nel 2019, dopo il 2,4% previsto per quest’anno. Seppur leggermente migliori rispetto ai precedenti, i dati odierni suscitano soprattutto timori rispetto al lungo periodo.

Sulla crescita “dobbiamo diffidare dagli eccessi di ottimismo e non possiamo permetterci di pensare che oggi l’economia vada bene come potrebbe davvero andare: le future generazioni hanno il diritto di pretendere meglio”, avverte la capo economista, Catherine Mann, secondo cui “l’economia mondiale è in forma ma solo moderatamente e il rischio di turbolenze finanziarie esiste”.

Di fatto, secondo l’Ocse, la crescita mondiale “sarà modesta” nel 2019, al 3,6% (stessa percentuale prevista per quest’anno), contro il 3,7% del 2018. “Le prospettive di breve termine migliorano e il risanamento è promettente, ma bisogna fare di più per compensare i ritardi passati”, suggerisce Gurria, insistendo sulla necessità di spingere il “settore privato a servizio della produttività”, ma anche verso l’ “innalzamento dei salari e di una crescita più inclusiva”.

Quanto all’Italia, puntualizza all’ANSA il numero uno dell’Ocse, “tra i grandi Paesi del G7 è probabilmente quello che ha dinanzi a sé le sfide maggiori” ma anche “i più ampi margini di progressione”. Nonostante l’inevitabile soddisfazione per l’attuale ripresa dopo anni di risultati negativi l’Italia deve continuare a tenere duro, proseguendo le riforme strutturali, a cominciare dal taglio del debito e dalla riduzione dei cosiddetti Npl, i crediti deteriorati delle banche, altrettanti elementi di “vulnerabilità finanziaria” nonostante i progressi compiuti ultimamente.

Bene anche i provvedimenti contenuti nella manovra 2018, che secondo l’Ocse “rafforzeranno la crescita inclusiva e la riduzione del debito”. Quindi l’invito a mantenere “il legame tra l’età di pensionamento e l’aspettativa di vita per garantire “l’equità tra generazioni” e la “sostenibilità del sistema previdenziale sul lungo periodo” e un suggerimento al futuro governo, qualunque esso sia.

“Rallentare il ritmo delle riforme e il consolidamento dei conti pubblici dopo le elezioni programmate nella prima parte del 2018 – spiega l’Ocse – ridurrebbe la fiducia e farebbe deragliare una ripresa duratura”.

(di Paolo Levi/ANSA)