Gelo con Renzi, Governo e Colle accelerano sul caso Visco

Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco.
Il governatore della Banca d'Italia Ignazio Visco. ANSA/LUCA ZENNARO
Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco.
ANSA/LUCA ZENNARO

 

 

ROMA. – La tensione istituzionale dopo la mozione del Pd contro la gestione di Bankitalia non accenna ad abbassarsi. Non solo tra i ministri e nel Pd, al netto dei fedelissimi, si respira un clima di sconcerto per la mossa di Matteo Renzi ma restano mute le linee telefoniche tra il Quirinale e il leader dem a conferma di uno strappo che si farà fatica a sanare.

Il premier Paolo Gentiloni, che non si è ancora espresso pubblicamente tranne un allusivo invito all'”unità” del paese, valuta come muoversi e, a quanto si apprende, potrebbe decidere di chiudere la prossima settimana la sua scelta. E la dead line potrebbe essere il cdm del 27 ottobre.

Le prese di distanza, da Veltroni a Calenda, le critiche dure, come quella di Napolitano, non ammorbidiscono la posizione del segretario Pd. Anzi, come fa capire il presidente Pd Matteo Orfini, capogruppo nella commissione d’inchiesta sulle banche, i renziani affilano le armi, dossier alla mano, per il “processo” contro gli “errori” nella vigilanza bancaria degli ultimi anni.

E la mossa a sorpresa del governatore Ignazio Visco, presentatosi in Senato dal presidente della commissione d’inchiesta Pier Ferdinando Casini, viene letta, in ambienti della politica, come la volontà del governatore di andare al contrattacco. E di non lasciarla vinta alle accuse dell’ex premier.

A irritare i renziani è l’accusa di ingerenza indebita negli equilibri istituzionali con la mozione. “Noi – si sfogano i fedelissimi – siamo per il massimo rispetto delle istituzioni ma non è che tu, Mattarella, chiedi a noi il rispetto istituzionale e poi con una nota blindi Visco, bloccando una discussione politica: non si fa così”.

E, dopo l'”abbraccio” di sabato all’Eliseo, sembra finito anche il feeling con Walter Veltroni, che si è schierato con la presa di posizione del Quirinale. “Da un padre nobile – è la pungente ironia – non ce l’aspettavamo. Ci fa la predica sui valori della comunità e poi parla di mozione ingiustificabile. E’ proprio vero che la stagione delle ambizioni, come quella degli amori, viene e va”.

Polemiche e scontri che non interessano affatto Gentiloni, al quale spetta l’onere della scelta su Bankitalia. Il premier sta facendo in queste ore una serie di considerazioni ma da più parti gli si sta consigliando, anche per evitare turbolenze dei mercati, di accelerare sulla decisione rispetto al 31 ottobre. Il quadro, certo, è molto complesso sia nel caso di conferma di Visco sia di ricerca di un nuovo nome che comunque sarebbe scelto all’interno di Palazzo Koch con il nome, secondo i rumors, di Fabio Panetta in pole.

Ma, è l’osservazione di chi punta al rinnovo, indicare un nome diverso da quello dell’attuale governatore esporrebbe sia Gentiloni sia Mattarella a critiche e attacchi mediatici di aver ceduto al segretario Pd dopo che nei fatti si era già deciso di rinnovare il mandato. E anche Renzi non sembra avere molti dubbi sul fatto che il premier cambi idea rispetto alla riconferma. Ma con la mossa della mozione ha messo agli atti la sua distanza. “Lo vogliono confermare? Facciano, ma al momento opportuno Renzi potrà dire: io l’avevo detto”, è la linea dei renziani.

(di Cristina Ferrulli/ANSA)