Legge elettorale: Pd e Fi cercano lo sprint, M5s Mdp di traverso

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Il tabellone elettronico dopo la votazione sulla fiducia che il governo ha posto sul primo dei cinque articoli di cui si compone la legge elettorale, Aula della Camera, Roma, 11 ottobre 2017. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
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Il tabellone elettronico dopo la votazione sulla fiducia che il governo ha posto sul primo dei cinque articoli di cui si compone la legge elettorale, Aula della Camera, Roma, 11 ottobre 2017. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

 

ROMA. – Sarà una battaglia più sulle procedure che sui contenuti quella che da domani si combatterà sul Rosatellum 2.0 in Senato. La maggioranza, infatti, intende correre e approvare la legge in due settimane, ricorrendo anche alla fiducia se necessario; prospettiva che fa infuriare M5s, Mdp e Si, pronti a mettersi di traverso e ad appellarsi al presidente Pietro Grasso pur di evitare almeno la fiducia.

E in tarda serata arriva un gesto distensivo da parte del Pd e del governo che tramite Ettore Rosato, il capogruppo alla Camera, fanno capire ce l’obiettivo sarà di far approvare la legge attraverso un iter ordinario, salvo ovviamente la necessita’ di accelerare per rispettare i tempi.

I partiti che sostengono la legge elettorale, Pd, Ap, Fi, Lega, Svp, Ala-Sc, hanno le idee chiare: approvare in Senato il Rosatellum 2.0 senza modifiche in due settimane, prima delle elezioni siciliane. Domani alla Conferenza dei capigruppo essi chiederanno di calendarizzare il testo in Aula martedì 24 ottobre, con un iter in Commissione Affari costituzionali di pochi giorni.

“Va bene approvare una legge elettorale per rispondere all’appello del presidente Mattarella – dice Federico Fornaro, di Mdp – ma dove sta scritto che si deve fare prima delle elezioni siciliane?. C’è anche un tema di dignità del Senato, che non può essere ridotto a sigillare con la ceralacca un testo della Camera. Chiediamo tempi adeguati di discussione”.

Si preannuncia quindi uno scontro sulle procedure, sia in Commissione che in Aula, con Mdp, Si, e M5s pronti a far pressing su Grasso per ottenere garanzie sui tempi. Per quanto riguarda la Commissione, che comincerà l’esame già domani pomeriggio, “in pochi giorni non si riuscirà a concludere nemmeno la discussione generale, figuriamoci a discutere gli emendamenti”, si lamenta Loredana De Petris, capogruppo di SI.

I partiti che sostengono il Rosatellum 2.0 non hanno problemi di numeri in Commissione, ma per rispettare la tempistica del testo in Aula il 24, sono pronti a non votare gli emendamenti portando la legge in Aula senza relatore, che sarà il presidente della Commissione Salvatore Torrisi (Ap). Quanto al successivo esame da parte dell’Assemblea, si ragiona già a tre fiducie sui primi tre articoli, come alla Camera, in modo da approvare la legge il 26 o il 27 ottobre (la settimana successiva il Senato è chiuso in vista delle elezioni in Sicilia).

“In Senato il Regolamento non prevede lo scrutinio segreto sugli emendamenti alla legge elettorale, se non sulle minoranze linguistiche, quindi la fiducia sarebbe ancora più grave che non alla Camera”, afferma De Petris. Si, Mdp e M5s, se si dovesse verificare questo scenario, chiederanno a Grasso di non consentire la fiducia perché – è la testi sostenuta anche dal Comitato per il No al referendum del 4 dicembre – violerebbe l’articolo 72 della Costituzione il quale dice che la legge elettorale deve essere discussa con la “procedura normale”, e l’apposizione della fiducia non sarebbe un procedura normale.

Pd, Ap, Fi e Lega sono sicuri che la procedura è regolare, ed è già pronto lo stratagemma per far votare la fiducia alla sola maggioranza senza far mancare il numero legale. Basterà che una decina di senatori di Fi si metta in congedo per abbassare il quorum, oppure che 10-15 rimangano in Aula e si astenga (in Senato l’astensione equivale al no) per far superare l’asticella del numero legale e incassare l’approvazione definitiva del Rosatellum 2.0.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

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