Monito Fmi, non mollare sulla finanza. Rischi da npl e Cina

Monito Fmi, rischi da npl e Cina

Monito Fmi, rischi da npl e Cina

 

NEW YORK.- La stabilità finanziaria migliora ma anche se le ”acque sembrano calme” non bisogna abbassare la guardia. Le grandi banche si sono rafforzate, ma un terzo di quelle importanti a livello di sistema potrebbero faticare a livello di redditività e questo potrebbe diventare un rischio in un quadro tutto sommato positivo.

L’invito a non compiacersi dei progressi fatti finora arriva dal Fondo Monetario Internazionale, secondo il quale le ”vulnerabilità” che stanno emergendo – fra le quali i crediti deteriorati e la Cina – vanno affrontate e risolte affinché non diventino problemi più seri in grado di far deragliare la ripresa economica.

Se il sistema finanziario americano appare in buona forma, quello di Eurolandia continua a fare i conti con un livello di crediti deteriorati ancora elevato: sono 988 miliardi di euro, ma caleranno quest’anno a 900 miliardi. Un ”segnale incoraggiante” arriva dall’Italia, dove per quest’anno è attesa la vendita di 65 miliardi di non perfoming loan.

Rispetto alle rivali americane, le banche europee così come quelle giapponesi incontrano maggiori difficoltà in termini di redditività. Delle nove banche identificate dal Fmi che rischiano nel medio termine di faticare la maggior parte parte sono infatti del Vecchio Continente – ci sono Unicredit e Deutsche Bank – e del Sol Levante.

Secondo quanto emerge da una tabella contenuta nel Global Financial Stability Report, le nove banche potrebbero presentare un return on equity sotto l’8% e diventare, nel lungo periodo un problema, per la stabilita’ finanziaria.

”Problemi anche in una delle grandi banche importanti a livello di sistema potrebbe generare stress al sistema, per questo l’azione delle autorità deve concentrarsi sui rischi del modello di business e su una redditività sostenibile”. Sulla migliorata stabilità finanziaria pesano altri rischi: dalla ”complessa” finanza della Cina alla caccia dei rendimenti che ”si è spinta troppo oltre” anche in seguito alla politica monetaria accomodante.

Il Fmi sprona quindi le autorità a trovare il giusto equilibrio fra sostegno all’economia e la lotta alle debolezze emergenti. E’ ”importante” che la Bce mantenga il suo impegno per una politica monetaria accomandante anche a fronte di una possibile riduzione degli acquisti di asset il prossimo anno, spiega il Fondo mettendo in guardia i mercati che, con una volatilità bassa, sembrano snobbare possibili shock.

Fra i rischi al sistema ci sono i livelli di debito in aumento dei paesi del G20 e – avverte Tobias Adrian, responsabile del rapporto – il leverage nel settore privato salito a livelli più alti di quelli pre-crisi. Nonostante gli inviti a non mollare, il quadro dipinto dal Fmi è sostanzialmente positivo con la ripresa economica decollata che ha aiutato le banche. Ora il nodo è evitare che i problemi che ”si stanno creando sotto la superficie” diventino seri minaccino la ripresa come accaduto con la crisi.

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