Legge elettorale avanti, pace sulle soglie. M5s contro Minniti

Legge elettorale avanti, pace sulle soglie
Legge elettorale avanti, pace sulle soglie

ROMA.- Dopo le tensioni giovedì sulla soglia del Senato, si ricompattano i quattro partiti che sostengono il Rosatellum 2.0, che ha ricevuto per la prima volta anche la “benedizione” pubblica di Matteo Renzi. Segno che anche lui crede nella nuova legge elettorale che favorisce le coalizione, e che non per nulla vede contrari i partiti proporzionalisti, come Mdp, Si e M5s, che ha attaccato a testa bassa il ministro Marco Minniti, mettendone in dubbio l’onestà al momento di perimetrare i futuri collegi.

La soglia del Senato al 3%, come alla Camera, era stata messa in discussione da Ap che chiedeva di fissarla su base regionale o di far si che bastasse superarla in tre regioni per accedere in esse al riparto proporzionale. Il “niet” di Forza Italia è stato insormontabile. Gli “azzurri” a loro volta hanno ceduto sulle liste civetta, quelle che non superano nemmeno l’1%: Fi chiedeva che i loro voti fossero computati per la coalizione, anziché andar dispersi.

Alla ripresa della Commissione Affari costituzionali, che sta votando gli emendamenti, sia Ap che Fi hanno ritirato i loro emendamenti sui due temi. In compenso è passato un emendamento che piace ad entrambe e che alza da tre a cinque le multicandidature. Tutti i nodi politici sono stati affrontati dalla Commissione che domani chiuderà i lavori per portare martedì il testo in aula.

Mancano solo quattro emendamenti sul “capo” che ciascun partito dovrà indicare al momento di presentare le liste, ma anche su questo Pd, Fi, Ap e Lega si sono accordati per non modificare il testo, come ha annunciato il relatore Emanuele Fiano in Commissione. Quindi l’impianto della legge domani uscirà confermato dal voto della Commissione: 36% dei seggi attribuiti in collegi uninominali maggioritari, che favoriscono le coalizioni, e il 64% dei seggi distribuiti con metodo proporzionale. Di qui la benedizione di Matteo Renzi alla Direzione del Pd, dove ha annunciato l’intenzione di promuovere una coalizione.

Il Rosatellum non piace affatto a Mdp, che con Alfredo D’Attorre ha ribadito di preferire il Consultellum, dato che di fatto è un proporzionale. Deciso anche il no di SI. I più virulenti, anche verbalmente, sono stati i deputati M5s, che hanno attaccato il ministro dell’Interno Minniti, dato che il Rosatellum (come fece l’Italicum) delega il governo a perimetrare i collegi. Andrea Cecconi ha affermato che il Ministero è un “organo politico” e non tecnico, mentre Danilo Toninelli ha messo in dubbio l’onestà sia di Minniti, che dei tecnici del Viminale che della Commissione di esperti guidata dal presidente dell’Istat, incaricata del dossier. Parole “respinte al mittente” dal relatore Emanuele Fiano.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)