Magari e mica

Due amici si incontrano e uno chiede: “Sai quando arriva Anna?”, l’altro risponde “Magari uno di questi giorni, ma mica son sicuro.” La risposta viene colta al volo da un italiano ma se per caso chi l’ascolta è uno straniero che sta imparando la lingua, ecco che, forse… gli si pone un problema di comprensione.

E la sfumatura dalla corretta comprensione dell’esempio sta nelle parole “magari” e “mica.” Se la risposta alla domanda fosse stata “Uno di questi giorni ma son sicuro” la prima parte da sola avrebbe funzionato (uno di questi giorni) ma aggiungendo la seconda (ma son sicuro) si sarebbe creato un contrasto un po’ senza senso, risolto soltanto con l’aggiunta di non tra “ma” e “son”, cioè “uno di questi giorni ma non sono sicuro”.

Il lettore attento avrà capito che “mica” e “non” sono collegati nel significato. Va bene per mica. Ma, ci rimane da spiegare “magari”. Perciò andiamo per parti.

Questo esempio mi serve per introdurre le parole magari e mica. Sono classiche espressioni per le quali gli studenti chiedono una spiegazione che, se chiesta impreparati, si corre il rischio di rispondere loro: “Magari te lo spiego la prossima volta! Mica sono un dizionario!”.

Ecco che, per evitare, magari, di fare questa brutta figura, ripassiamo il significato e l’uso di queste espressioni.

Iniziamo con la prima. La parola magari deriva dalla greca makàrie che vuol dire felice, fortunato. Si usa molto in italiano ed esprime in maniera concisa una particolare emozione difficilmente traducibile in altre lingue. Può assumere, infatti, significati diversi a seconda del contesto. Proviamo a vederli tutti prendendo lo spunto dal Sabatini Coletti:

[ma-gà-ri] esclamativo e avverbio. Come espressione esclamativa si usa da sola nelle risposte “Verresti in vacanza con noi?” “Magari!” o anteposta per rinforzo a una frase per esprimere auspicio, desiderio o rimpianto per qualcosa con il verbo al congiuntivo: “Magari avessimo avuto allora questi soldi!”. In questi due casi, magari equivale alla parola spagnola “Ojalá”.

Quando invece si utilizza con tono meno enfatico, nel senso di “sì, se possibile”: “Prenoto anche per te?” “Eh, magari.”, la traduzione allo spagnolo “Ojalá” potrebbe andare bene ma manca del senso completo che ha in italiano ed è preferibile interpretala con espressioni come “Seria fantástico!” o in italiano “Sarebbe, bello! Sarebbe, fantastico! Me lo auguro!”

Come avverbio, la parola magari ha un significato un po’ diverso. Vediamo alcuni casi:

1. Piuttosto, perfino, persino, quando viene impiegata in una comparazione di preferenza, espressa da una coordinata avversativa: magari li brucio questi mobili, ma lei non li avrà. In spagnolo sarebbe “Mejor” o “A lo mejor.”

2. Anche se, sia pure, al limite: comprerò la macchina nuova, magari a rate. In spagnolo sarebbe “aunque sea”: Compraré este carro nuevo aunque sea a crédito.

3. Forse, probabilmente: magari si è offeso;

4. Eventualmente: magari gli farò una telefonata quando sarò lì, che in lingua spagnola sarebbe: “tal vez” “a lo mejor” “quizás, quizá”, “puede ser”. E bene notare che questo “a lo mejor” ha un senso un po’ diverso da quello dato nell’ esempio 1, dove si indica chiaramente una situazione contrapposta.

Ora come trovare la giusta parola in spagnolo per capire magari? Come ho segnalato, non c’è soltanto un termine, bisogna ricorrere a più di uno. Può essere tradotto come ojalà, tal vez, puede ser, a lo mejor, quizás.

Praticate voi stessi con questi esempi: Magari andassino in vacanza!, Vuoi dello zucchero nel caffè? Magari un po’, grazie, Magari vengo da te stasera.

Ma aggiungo un sinonimo per magari che forse piacerà a chi è di madre lingua spagnola, soprattutto in Venezuela. L’espressione Si Dios quiere è molto comune nei paesi del Sud America e si usa talvolta al posto di Ojalà, ecco che allora, magari come espressione a sé stante può acquisire il significato di “Dio Volesse!” Si Dios quiere nos vemos mañana potrebbe interpretarsi come “Magari ci vediamo domani.”

Comunque, il senso di magari lascia sempre qualcosa di incompiuto. Nel discorso esiste quando si vuole rispondere esprimendo la propria idea aggiungendo un desiderio o un grado di incertezza o dubbio. Difatti, se si cercano gli antonimi per questa parola, tutti hanno un chiaro significato di ciò che definisco come “compimento del tutto.” Non c’è alcuna ombra di dubbio. Alcuni antonimi per eccellenza sono: certamente, senza ombra di dubbio, certo, sicuramente, è garantito, ecc.

Invece per la parola mica, torniamo all’esempio dell’inizio. Mica si trova già in uso dai tempi di Boccaccio e ha due funzioni e significati, come nome e come avverbio. Come nome può riferirsi a qualcosa di molto piccolo, una briciola o addirittura ad una pagnotta nel settentrione. Ma qui mi soffermo soltanto sul suo uso come avverbio che significa “per nulla” o “affatto” e serve a rafforzare una negazione. Per esempio in “non sto mica bene” c’è un senso di doppia negazione.

Però, mica può essere eliso in frasi dubitative o interrogative, come nell’esempio che segue: “(non) hai mica visto in giro le forbici?”.

Quando invece mica si antepone al verbo, allora sostituisce la negazione, per esempio: “c’è mica da stare tranquilli con questa situazione.”

Quando si trova dopo il verbo, mica richiede la doppia negazione: “Non sono mica scemo.” E quando si trova davanti al verbo, non ha bisogno della doppia negazione: “Mica sono scemo!”

Come magari, mica pone un grattacapo per che impara l’italiano. Vediamo in spagnolo che cosa potrebbe significare. Quando rafforza la negazione, si potrebbe capire come “para nada”. Ad esempio: “non sono mica arrabbiata,” (no estoy (para nada) ofendida/brava) pero in “non la mangio mica, sai?”, la traduzione con il significato di “para nada” non funziona, qui semplicemente mica rafforza la negazione (no la voy a comer).

Lo stesso succede per frasi come: mica ti offendo io! (¡yo no te ofendo!) oppure: “chi ha usato il mio computer? Non sarai stato mica tu!”, (¿Quién usó mi computadora? ¡No habrás sido tú!) In questi esempi, non c’è traduzione per mica se non quella di capire che aggiunge un valore negativo-enfatico al significato della frase.

Finalmente, ci sono espressioni che vanno imparate senza pensarci sopra. L’espressione “mica male” che sta a “no está nada mal” e “mica tanto” che equivale a “no tanto”.

Arrivata a questo punto mi fermo, spero di non avervi mica fatto confusione… magari dovrete rileggere due o tre volte l’articolo… ma mica spero lo facciate! Magari avete colto al volo come spiegare le due paroline a chi impara italiano ma è ispano. La conclusione ha persino una certa rima, mica vero?

E ora vi saluto. A rileggerci il prossimo autunno.

Giancarla Marchi

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