Il Papa riapre la questione donne nella Chiesa

Women hold a placard reading "Please save Yazidi people from genocide" as Pope Francis greets migrants and refugees at the Moria refugee camp on April 16, 2016 near the port of Mytilene, on the Greek island of Lesbos. ANSA/ AFP/ / FILIPPO MONTEFORTE/ POOL
Women hold a placard reading "Please save Yazidi people from genocide" as Pope Francis greets migrants and refugees at the Moria refugee camp on April 16, 2016 near the port of Mytilene, on the Greek island of Lesbos.  ANSA/ AFP/ / FILIPPO MONTEFORTE/ POOL
Women hold a placard reading “Please save Yazidi people from genocide” as Pope Francis greets migrants and refugees at the Moria refugee camp on April 16, 2016 near the port of Mytilene, on the Greek island of Lesbos. ANSA/ AFP/ / FILIPPO MONTEFORTE/ POOL

CITTA’ DEL VATICANO. – Per papa Bergoglio le commissioni non si istituiscono per sviare i problemi, ma per affrontarli e cercarvi soluzioni. E’ dunque chiaro che il ruolo della donna nella Chiesa rientra ufficialmente sia nella riflessione teologica, per quanto riguarderà il diaconato, che in quella istituzionale, per quanto riguarderà gli organigrammi e i poteri, e che “il punto di vista femminile”, come ha titolato l’Osservatore romano, entrerà nella riforma della Chiesa.

Cioè la decisione di istituire una commissione sul diaconato femminile annunciata dal Papa alle superiori generali, è un passo davvero importante per passare dalle parole ai fatti, ampliare la partecipazione delle donne, – affermata dai primi giorni del pontificato – ed estenderla a ruoli non marginali. E resta tale anche se non sappiamo ancora i contorni del progetto, il mandato e la composizione della commissione, cioè se il processo è per ora soltanto avviato.

“Il Papa mi ha telefonato sorpreso circa le… diaconesse. Pensa ad una commissione. Non affrettiamo le conclusioni”, ha scritto su twitter il sostituto alla Segreteria di Stato, Angelo Becciu”. “Il Papa – ha spiegato padre Federico Lombardi – non ha detto che abbia intenzione di introdurre un’ordinazione diaconale delle donne, e meno che meno ha parlato di ordinazione sacerdotale delle donne. Anzi, parlando della predicazione nel corso della celebrazione eucaristica ha fatto capire che a questo non pensa affatto”.

Le ineccepibili parole di Becciu e Lombardi invitano sia a non precorrere i tempi, che a registrare il fatto che sul riconoscimento sacramentale del ruolo delle diaconesse il Papa ha presenti tutti i problemi teologici e storici.

A livello teologico c’è il nodo “teologico-dogmatico” richiamato da papa Francesco: prete e vescovo presiedono l’eucaristia “nella persona di Gesù Cristo”: il diaconato è un ordine sacro e chi è contrario alle diaconesse afferma che le donne non possono accedere a un grado di sacerdozio.

Ma il Pontefice ha anche ricordato la riflessione di un “teologo siriano, bravo” che aveva studiato il problema delle diaconesse nella Chiesa antica e al quale l’allora arcivescovo Bergoglio aveva chiesto lumi sul fatto se le diaconesse “avevano l’ordinazione o no?”, e sui vari ruoli che queste svolgevano nella Chiesa primitiva.

Il Papa ha anche detto alle superiori generali che chiederà un parere alla Congregazione per il culto “sulla predicazione nella celebrazione eucaristica”. Qualcuno inoltre ricorda che Benedetto XVI modificò il diritto canonico distinguendo le prerogative del diacono, anche uomo, da quelle del prete e del vescovo.

Il Papa, citando se stesso nel discorso alla Commissione per l’America latina, ha riproposto la propria critica alla clericalizzazione dei laici e chiesto ai vescovi di lasciare che i laici facciano i laici anche nel loro servizio alla Chiesa.

Anche solo da questi brevi cenni si capisce che papa Francesco ha ben presenti tutti i problemi, ma resta deciso ad inserire queste tematiche nella riforma della Chiesa. Ha mostrato molta cautela sui cambiamenti che la commissione potrà attuare nella Chiesa anche il card. Kasper, esponente di quella Chiesa tedesca che negli anni Settanta, dopo un proprio sinodo, pregò Paolo VI “di esaminare il problema del diaconato della donna alla luce delle attuali conoscenze teologiche e, tenendo conto della attuale situazione pastorale, di ammettere, se possibile, donne alla ordinazione diaconale”.

Sono state invece molto positive le reazioni di religiose e teologhe laiche, interpellate da Avvenire: per Marinella Perroni, fondatrice del Coordinamento teologhe italiane, quella del diaconato femminile “è tra le questioni più urgenti per un’autentica riforma della Chiesa” e la decisione del Papa “è un segno di grande apertura per il futuro”.

Per suor Giuliana Galli è importante che il Papa denunci che le donne non devono solo educare e accudire, ma possono anche occupare “ruoli decisionali finora riservati unicamente all’uomo” e la “specificità femminile deve essere accolta e ufficializzata nella Chiesa e nella società”.

Per la presidente della Camera Laura Boldrini, quella del Papa “è una decisione epocale” e, per spingere anche il linguaggio verso il riconoscimento del ruolo femminile, ha coniato il neologismo “diacona”.

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