Fini e Follini chiedono una svolta


ROMA, Non si tocca niente nel governo e nel programma e si va avanti fino a fine legislatura per vincere nel 2006. Silvio Berlusconi è tornato a ripetere quello che già aveva detto dopo la sconfitta della Cdl alle regionali. Ma le parole del premier hanno ora un ben diverso peso, visto che arrivano dopo un teso confronto con Fini, Casini e Follini, nel quale gli alleati della Cdl si sono spinti fino ad alludere, per la prima volta, ad un cambio di leadership per le politiche. O altrimenti elezioni anticipate a giugno. Nello studio di Casini a Montecitorio, al mattino, Berlusconi si è trovato di fronte alla ferma richiesta di An e Udc di rinegoziare il patto di governo, con una svolta evidente che dovrà passare in primo luogo da un diverso rapporto con la Lega (e anche da un ripensamento della devolution). Se la Lega non dovesse accettare un cambiamento di linea politica, gli alleati hanno chiesto al premier di attrezzarsi anche all’uscita dal governo del Carroccio e ad un appoggio esterno di Bossi alla maggioranza.


Ma se rinegoziare il patto di governo fosse impossibile, soprattutto Gianfranco Fini ha insistito sulla opportunità di dare un ‘’vestito nuovo’’ al governo, sollevando così il nodo della premiership. E Follini in particolare ha sostenuto che è preferibile interrompere bruscamente la legislatura piuttosto che sottoporsi ad un anno di logoramento. Quindi, elezioni anticipate a giugno. Berlusconi – che aveva esordito chiedendo fiducia e carta bianca agli alleati per una campagna elettorale vincente per il 2006 – si è di fatto trovato di fronte ad un muro, con An e Udc impuntate sul necessario cambiamento di rotta. Il premier ha considerato quasi provocatorio il percorso che gli era appena stato indicato, ha detto a chiare lettere di non essere d’accordo e ha chiarito che nel caso dovranno essere Fini, Follini e Casini ad assumersi la diretta responsabilità di una crisi, rimettendo così loro il cerino in mano. In seguito, ad un gruppo di deputati di An che lo hanno avvicinato in aula, ha raccontato: sapete che Fini mi ha proposto le elezioni anticipate? Il premier ha tranquillizzato i parlamentari spiegando di aver respinto questa idea, che sarebbe un suicidio collettivo, e ha raccolto consensi convinti. Più tardi Berlusconi ha messo pubblicamente in chiaro che non esiste l’ipotesi di elezioni anticipate e che dopo il voto ‘’con la Lega non cambia nulla’’. Quanto all’ipotesi di cedere il passo, ha rimproverato i giornalisti: ‘’Dopo tanto tempo che mi seguite non avete capito nulla di me…’’. Che lui non abbia nessuna intenzione di mollare lo avevano capito anche Roberto Calderoli e Roberto Maroni, ricevuti dal premier subito dopo il vertice con An e Udc. In tutta la mia vita – avrebbe detto loro il Cavaliere – non ho mai lasciato a metà ciò che ho iniziato… Andiamo avanti, sono certo di recuperare, anche grazie ad una finanziaria che sarà assolutamente favorevole. Intanto la Lega, di fronte alle ultime mosse di An e Udc, rilancia la sfida. ‘’Vogliamo vedere dove vanno – dice un ministro del Carroccio – Al sud quasi non esistono più, e al Nord noi e Forza Italia insieme valiamo da soli 50-60 collegi. Se tirano troppo la corda, Fini e Casini rischiano’’. E ancora: ‘’Oggi parlano di elezioni anticipate? Il loro obiettivo non è quello, visto che mancherebbero i tempi tecnici. Piuttosto loro vogliono togliersi dalle scatole Berlusconi e puntare a un governo istituzionale, magari proprio a guida Casini, per creare le condizioni di un recupero al centro, alle prossime politiche, senza più il Cavaliere come candidato premier’’. Veleni. Che Berlusconi si butta alle spalle dicendo che ‘’il voto preoccupa ed è soprattutto un avvertimento per Forza Italia, ma bisogna finire la legislatura’’. Quanto agli alleati, il premier nega che nella Cdl si metta in dubbio la sua leadership. ‘’Almeno davanti a me no – dice – Non so se lo fanno alle spalle, pero’ allora bisogna che ce ne sia un altro…’’. La Lega poi, assicura Berlusconi, ‘’ha fatto tesoro di alcune cose ed è disponibile a prendere atto anche delle ragioni della coalizione nella sua globalità’’. Ma intanto Calderoli – che insieme a Berlusconi e Maroni ha chiamato Bossi durante la riunione con il premier – ribadisce che ‘’le riforme non si toccano e neppure il programma di governo’’. E Gianfranco Miccichè, dopo il vertice di Forza Italia con il premier, ha descritto così gli umori del Cavaliere: ‘’Berlusconi è un leone, si è svegliato il can che dorme’’.