La Chiesa nel crocevia

 

Ha saputo interpretare la storia e diventarne protagonista di spicco. Ha dato alla Chiesa un nuovo impulso ed alla sua missione una nuova spiritualità. Con la morte di Giovanni Paolo II il mondo cattolico, ma non solo questo, perde un punto di riferimento morale.


Nell’interno della Chiesa si é mantenuto ancorato alle rigide posizioni di aspra condanna al divorzio e di difesa al celibato del clero. In un mondo in cui é proprio tra le frangie piú povere e umili della popolazione dove piú ci si contagia e muore di Sida, ha censurato l’uso del preservativo, proponendo in cambio la castitá come unico metodo valido per evitare le malattie di contagio sessuale. E non sono mancate severe parole di biasimo nei confronti di coloro che difendono l’aborto e l’eutanasia.


Eppure, si é mostrato anche un gran riformista nell’ambito religioso. Ha abbattuto il muro nei secoli eretto tra fedi. E lo ha fatto non a parole, ma con i fatti. Il 13 aprile 1986 rompeva ogni tabú nel visitare, primo Papa nella storia, una sinagoga. Fu un avvenimento senza precedenti, como tanti che hanno caratterizzato il suo pontificato. Un anno dopo, il 7 dicembre, assieme al Patriarca della Chiesa Ortodossa di Costantinopoli, firmava una dichiarazione ecumenica.


Nel corso del suo lungo apostolato, Giovanni Paolo II non é mai stato estraneo a quanto é accaduto fuori dalle mura di Roma. Anzi, ne é stato grande protagonista e ne sono riprova i tanti viaggi che lo hanno portato ad ogni angolo del mondo. Due volte anche qui in Venezuela, tra noi.


Assieme a Mijail Gorbachov e Ronald Reagan, é stato protagonista silenzioso della caduta del “muro di Berlino” e dell’estinguersi del colosso sovietico. Ha aperto una nuova tappa nelle relazioni diplomatiche della Santa Sede, ricevendo il primo ambasciatore d’Israele e stabilendo relazioni ufficiali con l’Olp di Yasser Arrafat. Ma non é tutto. Viaggia a Nicaragua, all’indomani della rivoluzione “sandinista” e si reca a Cuba, ricevuto da Fidel Castro. Cosí il Papa ha promosso e rinverdito la fede Cristiana anche lí dove pareva impossibile.


Oggi la Chiesa si trova in un crocevia importante. Da un lato, promuovere una apertura in quei temi sociali – leggasi celibato del clero, eutanasia, aborto, divorzio, e cosí via – assai sensibili in un mondo in continua trasformazione e globalizzazione; temi sui quali posizioni intransigenti potrebbero penalizzarla pesantemente facendole perdere il contatto con la realtá. E, dall’altro, proseguire per il cammino tracciato da Papa Giovanni Paolo II. Ovvero, quello dell’evangelizzazione, della condanna all’egoismo e, soprattutto, della difesa degli strati più umili, piú poveri e più deboli del mondo contemporaneo, pur mantenendo posizioni severamente tradizionali all’interno della Chiesa.


In altre parole, la saggezza ormai millenaria della Chiesa dovrá misurare con oculatezza i suoi passi senza poter ignorare lo spirito ribelle e riformista di coloro che, sull’orma di Giovanni Paolo II, desiderano un mondo piú giusto e piú aperto. Insomma, piú umano.