Un dolore senza frontiere


CARACAS.- Nelle chiese, nelle piazze antistanti, gruppi di venezuelani hanno vissuto l’agonia e poi la morte del Santo Pontefice con la tristezza di chi sente che sta perdendo una persona di famiglia, una persona particolarmente cara. Papa Giovanni Paolo II è stato un Pontefice molto amato in Venezuela. I due viaggi fatti in questa terra, che per molti restano ricordi indimenticabili, hanno creato un legame particolarmente profondo con l’intera popolazione. In ambedue le occasioni centinaia di migliaia di persone hanno pernottato all’aperto in attesa del suo arrivo, ansiosi di ascoltare le sue parole e riceverne la benedizione. Ed è proprio la benedizione che, seguendo la tradizione locale dei figli che la chiedono in saluto dai genitori, cercavano dal Pontefice quelli che avevano la possibilità di avvicinarglisi.


Come ha ricordato il Cardinale Castillo Lara, era questa una delle caratteristiche del popolo venezuelano che ricordava con maggiore tenerezza e simpatia Giovanni Paolo II.


La prima volta che il Papa ha toccato suolo venezuelano è stato nel 1985. Ha visitato Caracas, Maracaibo, Mérida e Puerto Ordaz.


L’emozione della popolazione in ognuna di queste città era immensa e c’è stata una vera e propria corsa alla migliore accoglienza. A Caracas intere famiglie hanno accampato durante tutta la notte per aspettare la messa della mattina seguente e hanno preparato per lui un lungo tappeto con petali di fiori. Sempre a Caracas si è conclusa la sua visita con un incontro, tramutatosi in gran festa, che il Pontefice ha voluto con i giovani. Un incontro al quale hanno partecipato circa 40mila ragazzi e che si è realizzato nell’Università Centrale. A Maracaibo Papa Wojtila ha ricevuto una delegazione di indios Yupca e Warao che gli hanno portato i doni che si offrono ai grandi amici e alla sua Messa hanno partecipato più di un milione di fedeli. A Merida lo ha accolto una pioggia di petali e a Ciudad Guayana la popolazione ha preparato per lui una sedia fatta ad Ureña con legno locale e velluto francese. Gli orafi di El Callao gli hanno regalato una bellissima chiave d’oro.


Nel 1996 il Papa ha di nuovo baciato suolo venezuelano. Ha trovato un paese inginocchiato da una grave crisi economica e politica. E in quell’occasione ogni sua parola è stata un’esortazione alla pace, alla solidarietà, al superamento degli interessi personali in favore di quelli collettivi. Il Papa ha capito subito che il Venezuela era entrato in uno dei periodi più difficili della sua storia. Una storia che ha seguito con attenzione facendo ascoltare la sua voce anche quando non arrivava nessun segnale da altri. E la sua parola è stata di grande conforto per la nostra Collettività. I suoi sono stati sempre messaggi di pace e di concordia, di solidarietà per le vittime di Vargas e delle recenti alluvioni.


Nel suo ultimo viaggio il Santo Padre ha inaugurato il tempio della Vergine di Coromoto, patrona del Venezuela, sorto a Guanare, città nella quale la Vergine è apparsa al Cacique Coromoto e a sua moglie per ben due volte.


In occasione delle esequie del Pontefice il Venezuela sarà rappresentato dal cardinale Castillo Lara che ha ricoperto in passato, l’incarico di governatore del Vaticano.


A detta del Cardinale Lara Papa Giovanni Paolo II dovrebbe essere beatificato subito perchè esistono prove di suoi miracoli nella cura di malati terminali.


Indipendentemente da ciò che deciderà la Chiesa in questo senso è certo che pochi Pontefici nella storia della Chiesa Cattolica sono riusciti a superare tutte le barriere, sia quelle fisiche che quelle religiose, ideologiche o politiche. Il mondo intero oggi ne piange la morte. In Brasile sono stati decretati sette giorni di lutto, in Argentina tre, in Messico milioni di fedeli si sono riuniti in preghiera, Fidel Castro ha inviato un messaggio di cordoglio al Vaticano ricordando la visita che il Pontefice ha realizzato a Cuba e in genere ogni paese del Sudamerica sta vivendo il lutto con grande partecipazione e tristezza. Per quello che ci riguarda, in Venezuela, il Presidente Hugo Chávez, nel decretare cinque giorni di lutto nazionale, ha rivolto parole di dolore e cordoglio per la scomparsa di un Papa che ha conosciuto personalmente. Di lui ha ricordato la grande umanità, le lotte per la giustizia, la povertà e la pace. Ieri una oceanica messa è stata officiata dal Nunzio Apostolico Andrés Dupuy nella Chiesa Chiquinquirà e il prossimo martedi il Cardinale Castillo Lara la officerà nella Chiesa Don Bosco, prima di partire per partecipare alle esequie del Pontefice in Vaticano.