Candidati a confronto


Tempo di elezione. Dopo un breve letargo, torna la polemica nel nostro Centro Italiano Venezolano. E’ un dibattito che, in questi giorni, ha permesso di sciorinare e mettere a fuoco i tanti problemi che oggi travagliano la vita di uno dei maggiori sodalizi del continente latinoamericano.


Certo, la crisi economica, e indirettamente anche quella politica, hanno condizionato pesantemente i programmi e le offerte. Non grandi promesse; meno che mai, proposte di nuove infrastrutture. Solo l’impegno ad una amministrazione attenta e scrupolosa come poche.


Tre le liste che, in questa occasione, si contendono il privilegio di guidare le sorte del nostro Civ nei prossimi due anni. E Carlos Villino, Angelo Bianchini e Antonio Pucillo sono i rispettivi candidati alla Presidenza. A loro abbiamo rivolto tre domande, le stesse che si pongono molti soci del sodalizio:


1 – Che cosa é oggi, a quarant’anni dalla sua fondazione, il Centro Italiano Venezolano? E’ ancora vivo lo spirito con il quale fu fondato? Rappresenta sempre un luogo di italianitá, quel cordone ombelicale che ci mantiene legati alla cultura e alle tradizioni della terra di origine?


2 – Quali sono le proposte principali che presenta ciascuna lista?


3 – Chi finanzia la campagna elettorale di ognuno dei candidati? E qualora ce ne fosse bisogno, questi soci cosí sensibili alle sorti del nostro Civ sarebbero disposti a finanziare anche le piccole opere di manutenzione delle quali si ha urgente bisogno?



I valori di sempre


Abito blu scuro, camicia di un bianco immacolato, cravatta. Carlos Villino ci riceve nel “Salón de Conferencias”, dove le Giunte Direttive del sodalizio si riuniscono periodicamente per sviscerare i problemi del nostro “Centro”, analizzarne a fondo ogni aspetto e, quindi, tracciare le strategie per dare risposte opportune.


– Lo spirito che mosse i pionieri a fondare il nostro Centro Italiano Venezolano? Certo che é vigente; e oggi piú che mai – afferma -. Il Civ non é uno dei tanti club di Caracas o del Paese. E non lo é non solo perché é il migliore della capitale; non solo perché é un rifugio naturale per chi fugge dal caos e dai pericoli della metropoli e rappresenta un’oasi di tranquillitá. Non lo é perché per noi italo-venezolani é una seconda casa, una casa nella quale manteniamo ben saldi i vincoli culturali e le nostre tradizioni. E’ il cordone ombellicale che ci mantiene legati alla Madrepatria e, nel caso della seconda generazione, alla terra dei nostri genitori.


Prosegue sottolineando che non é il “solito club di ricreazione e di mare, nel quali si trascorre il fine settimana”.


– Semmai si volesse fare un paragone – commenta -, questo sarebbe possibile solamente con altri sodalizi di comunitá di migranti. Ad esempio, Hermandad Gallega, Hogar Canario o Centro Portugés.


Nell’ampia sala dove si svolge la nostra conversazione regna il silenzio, rotto raramente dall’eco soffocato dalle grida di allegria dei bambini che corrono liberamente nella “hall” dell’Edificio Sede.


– Il Civ – ci confida Villino, candidato alla Presidenza nella “Lista N° 1” – é il luogo in cui ho trascorso gran parte della mia vita. Lo frequento da piú di 30 anni. E’ qui dove venivo con i miei genitori e oggi incontro gli amici. Qui, nel Civ, ho vissuto gioie e dolori. Dai 7 anni vi ho sempre svolto attivitá sportive e dall’89 mi interesso e partecipo in quella che potrebbe considerarsi la sua “vita politica”.


Aspira profondamente il fumo della sigaretta, mentre riflette prima di rispondere. Angelo Bianchini é il candidato alla Presidenza nella “Lista N° 2”. Conversiamo con lui in un angolo dell’ampio ingresso dell’Edificio Sede mentre nelle piscine i nostri giovani delfini strappano applausi e conquistano medaglie durante una delle gare organizzate dall’Associazione di Nuoto dello Stato Miranda.


– Comincio col dire che mi sento profondamente riconoscente ai nostri pionieri, ai fondatori del nostro Civ – esordisce -. Sono riconoscente soprattutto al dottor Lorenzo Tomassi ed al signor Giuseppe Pane che, dal quel che mi risulta, sono stati l’anima ed il motore di questa meravigliosa realtá. Meritano un monumento. Quelli erano veramente tempi difficili. Eppure, nonostante tutto, si riuscí a costruire un luogo d’incontro per la nostra Collettivitá. Ecco, questo é il nostro Civ, un luogo d’incontro della nostra Collet-tivitá.


Dopo un attimo di riflessione, con un filo di voce, quasi parlasse per sé, prosegue:


– Cosé il Civ? Io ho tanto da ringraziare al Civ. Vi sono cresciuto. Mi sono formato qui. Lo frequento dai 7 anni, intervenendo nelle attivitá sportive e sociali. Mio padre, Donato Bianchini, ha fatto tanto per questo club ed anche per gli italiani che avevano bisogno della nostra solidarietá.


– Ma dopo tanti anni, lo spirito che ha mosso i pionieri a fondare questo sodalizio é sempre attuale? – insistiamo.


– Naturalmente, anche se con il tempo é andato perdendo forza – risponde senza esitazione -. Questo é un aspetto che, com’é spiegato nel mio programma, voglio riscattare.. approfondire.


Anche per Antonio Pucillo, candidato alla Presidenza nella “Lista N° 4”, “i valori, lo spirito che hanno condotto alla fondazione del Centro Italiano Venezolano sono andati via via scemando”.


– Quando il nostro Civ fu fondato – ci dice – si pensava ad un luogo in cui gli italiani potessero ritrovarsi, riunirsi dopo giornate di strenuo lavoro. Purtroppo, oggi sono intervenuti altri aspetti che poco a poco ci hanno fatto dimenticare la ragione d’essere del nostro “Centro”: ambizioni personali, la politica…


– Ma lo spirito che spronó i pionieri, i fondatori; gli obiettivi ed i valori che ne furono alle origini restano vigenti?


– Chiaro! Sono validissimi – sostiene -. Per me, che da sempre mi dedico all’associazionismo ed attualmente ricopro l’incarico di Consultore della Regione Basilicata, non puó essere altrimenti. E’ mio desiderio che il Civ, per gli italiani del Venezuela e per i loro figli, continui ad essere una seconda casa; un luogo nel quale mantenere ben saldi la nostra cultura e le nostre tradizioni. E’ per questo che non posso permettere che la politica entri nel nostro Club. Non posso assolutamente permettere che questo venga politicizzato. Sarebbe un gravissimo errore.



Una crisi che condiziona


Con i piedi ben a terra. La “Venezuela faraónica” – Sanin dixit – é un ricordo del passato. Quindi, poche promesse, nessun progetto grandioso. Solo l’impegno ad una amministrazione accurata e ad un’attenzione particolare nella manutenzione delle strutture giá esistenti.


– Bisogna tenere presente che le strutture del Civ risalgano a quarant’anni fa o poco meno – ci spiega Pucillo -. Oggi, molte di esse devono essere recuperate. Ad esempio, l’impianto elettrico o le tuberie dell’acqua. Tutto ció implica un impegno particolare nella manutenzione e conservazione di ció che abbiamo.


Sostiene che il Civ, per gli italiani di Caracas, deve essere il fiore all’occhiello. Insomma, “l’equivalente, per la qualitá dei servizi e delle strutture, ad un hotel a cinque stelle”.


– In primo luogo – prosegue – dobbiamo “attaccare” i bagni dell’area delle piscine. Ma non solo quelli. Purtroppo, forse anche per la crisi economica, il Civ risente un po’ dell’abbandono del quale é stato oggetto.


Passa quindi ad un tema spinoso, ed al quale i soci sono particolarmente sensibile: le rette mensili.


– Sono assolutamente contrario a toccare le tasche dei soci, ad un aumento delle quote che tutti noi dobbiamo pagare ogni mese – ci dice per poi affermare categorico:


– Non chiederó mai quote straordinarie per la costruzione di nuove strutture. Quel che dobbiamo fare é mantenere con cura l’infrastruttura esistente. Tutti dobbiamo farlo e possiamo farlo senza aumenti o quote straordinarie.


Dopo una breve pausa, ci confida che accarezza il sogno di dare “ai giovani un posto dove poter stare assieme, ascoltare musica ed intrattenersi con piacevoli distrazioni”.


– In parole povere, un Pub che, secondo i nostri progetti, potrebbe nascere costruendo un tetto dove ora é la “Plaza de la Juventud” – ci illustra -. Tra gli altri progetti c’é la costruzione di un sentiero che unisca il tennis con le bocce e la realizzazione di un altro campo da tennis. Tutti questi, comunque, sono progetti che avranno bisogno dell’approvazione dei soci. Il ricavato delle quote ordinarie sará impiegato per i lavori ordinari. Per tutto il resto dovrá decidere l’Assemblea dei soci.


Angelo Bianchini, dal canto suo, sottolinea che l’aspirazione é quella di essere “un Presidente dalla filosofia diversa, particolare”.


– Le risorse economiche del Civ sono state pessimamente distribuite – spiega mentre uno scroscio di applausi e grida qua e lá accompagnano i giovani atleti impegnati in piscina -. Mi spiego meglio, non credo che si sia data la giusta prioritá alle spese.


Non metto in dubbio che l’attuale Giunta Direttiva abbia preso ogni decisione nella maggior buona fede. Ma non posso assolutamente essere d’accordo nella maniera in cui si amministrano i nostri denari. Io sono un amante di tutti gli sport. Ho giocato a calcio, ho nuotato, ho giocato a bocce… Ma mi chiedo: era cosí necessario alloggiare i nostri atleti in un hotel a cinque stelle lo scorso anno, quando si partecipó ai Giochi Fedeciv di Puerto Ordaz? No, non credo proprio.


Commenta che allora furono spesi 180 milioni di bolívares, “quando si potevano spendere 60 milioni o poco piú”.


– Secondo i miei calcoli – insiste – in un hotel meno elegante, con il minimo delle comoditá indispensabili, avremmo ottenuto un enorme risparmio. Con quei denari si sarebbero potute affrontare altre spese. Per esempio, quelle inerenti l’ammodernamento degli spogliatoi nell’area delle piscine.Afferma perentorio che “questi non sono tempi per presentare nuovi progetti”. Per questo scarta a priori “la costruzione di altre infrastrutture” e promette “un’attenta amministrazione ed un’accurata manutenzione”.Il viavai di gente nell’ampio ingresso dell’Edificio Sede, l’allegria dei bambini che corrono qua e lá noncuranti della presenza degli adulti, gli applausi e le grida provenienti dalla piscina che a volte interrompono con prepotenza la conversazione con Bianchini contrastano con il silenzio e la quiete che padroneggiano nel “Salón de Conferencias” dove Carlos Villino, dopo aver offerto ai soci “la propria esperienza e quella dei compagni di lista”, ci illustra le sue proposte.- Sarebbe irresponsabile oggi promettere la costruzione di nuove strutture, la realizzazione di nuove opere – esordisce -. Noi, invece, sosteniamo la necessitá di riprendere e riformulare il “Piano Maestro” del nostro club. Giá esiste, ma occorre aggiornarlo. E’ necessario riodinare il sistema di manutenzione cosí da renderlo piú operativo. In questo modo si rivalorizza il “Centro”.- La domanda, visto che sei membro importante della Giunta Direttiva attuale e ne sei stato di quella precendente, é inevitabile: perché ció che promuovi oggi non é stato realizzato ieri?- Sei anni fa, quando integrai la Giunta Direttiva, trovammo un club le cui istallazioni non erano in buone condizioni – ci spiega -. In questi sei anni, la nostra principale preoccupazione é stata quella di recuperarle. La situazione é stata aggravata dalla crisi del paese che ci ha obbligati ad affrontare i lavori di manutenzioni senza poter contare nell’aiuto come in passato di quote straordinarie. Sono rimaste ancora tante cose da fare. E stiamo proponendo proprio questo: portarle a termine.Assicura che non si chiederanno quote straordinarie perché “queste occorrono solo per la realizzazione di opere di maggior impegno”.


– Noi, invece – prosegue -, ci dedicheremo alla manutenzione. Questo, poi, é un anno atipico. Coincide con la discussione del contratto collettivo, con la riforma di tante leggi che incideranno sicuramente nella vita del Civ. Ad esempio, la riforma della “Ley del Trabajo”. Bisogna essere prudenti; badare alle spese ed adattare i fondi alle esigenze che nasceranno dalle nuove disposizioni legali.


Campagna elettorale in tempi di crisi


Volantini, striscioni, salcicciate. La campagna elettorale ha contribuito a creare nel nostro “Centro” un clima di festa e di allegria. Checché si dica, anche questa, come d’altronde tutte le campagne elettorali, per quanto si voglia risparmiare, ha richiesto un impegno economico. La domanda é: chi finanzia le aspirazioni degli integranti delle liste in lizza, in questa congiuntura non certo facile per le attivitá economiche private e, in generale, per il Paese?- Ci siamo autotassati – ci dice subito Bianchini -. Eppoi abbiamo ricevuto il sostegno, donazioni da amici e collaboratori.- Qualora ce ne fosse bisogno per portare avanti piccoli lavori di manutenzione, questi amici o collaboratori sarebbero altrettanto felici e disposti ad autotassarsi, come hanno fatto per finanziare la vostra campagna elettorale?- Ne sono sicuro – risponde convinto, per poi aggiungere:– E’ nostra intenzione raggiungere accordi con industriali italo-venezolani per ottenere i fondi necessari a finanziare quei lavori di ristrutturazione che si considerano necessari nel Civ.


Anche Pucillo sostiene che la campagna elettorale é finanziata dagli stessi membri della lista che presiede.- La nostra – precisa Pucillo – é una campagna modesta, assai modesta: qualche striscione, qualche salcicciata e niente piú.Ed é sicuro che con uguale sensibilitá coloro che sostengono la sua lista sarebbero disposti a sostenere iniziative per migliorare il Civ.


Carlos Villino, come i candidati precedenti, afferma:- Ci autofinanziamo anche se, ad essere sinceri, abbiamo ricevuto la collaborazione dissinteressata di molti amici. Il maggior costo, in questi casi, é rappresentato dall’elaborazione di un progetto per la campagna elettorale. Insomma, dal creativo dal cui estro dipende il futuro della lista in lizza. Ebbene, questo creativo ci ha offerto gratuitamente il suo lavoro. Il resto é alla vista di tutti e non é gran cosa.


– Questi amici sarebbero disposti a finanziare, ad offrire il proprio contributo, per sostenere piccole spese per la manutenzione del Civ, qualora ce ne fosse bisogno?- Ne sono sicuro – afferma senza batter ciglio, per poi aggiungere:– Una delle promesse incompiute é stata quella di dotare l’area delle piscine di uno spogliatoio e di bagni nuovi. Per questi lavori non chiederemo ai soci ulteriori sacrifici. Pensiamo sia possibile convincere aziende private a coprire i costi che essi rappresentano. Come ricorderai, toccó proprio a me, in qualitá di Segretario del Civ, firmare il convegno tra Centro Italiano Venezolano e Digitel.


Sostiene che “ora che il panorama economico del Paese pare in netto miglioramento sará piú facile convincere gli imprenditori”.


– A suo tempo – conclude – si pensó, e si fecero anche alcuni passi in tal senso, perché si autofinanziassero aree del Civ permettendo striscioni pubblicitari a determinate ditte. L’iniziativa venne interrotta a causa della crisi che visse il Paese. Oggi credo che si possa riprendere l’idea e cosí portare avanti nuove iniziative senza chiedere ai soci nuovi sacrifici.S


Soci di classe “A” e soci di classe “B”


Molti soci la considerano una discriminazione inaccettabile. Eppure… Le denunce, in piú occasioni, sono giunte anche alla nostra Redazione: non viene permesso l’uso dei campi di calcio a quei soci che non integrano una “squadra ufficiale” del Civ. Certo, non é nei regolamenti, ma nella realtá é questo quanto avviene.


Cosí piú volte i genitori si son visti negare la possibilitá di dare quattro calci alla palla in compagnia del proprio figliolo, La discriminazione che divide in soci di serie “A” e di serie “B” i giovani del Civ é proprio questa. Si sa che non tutti hanno la fortuna di avere un genitore disponibile ad accompagnarlo agli allenamenti. Ed allora, chi non é parte di una squadra non puó giocare. Neanche dare quattro calci alla palla. Sembrerebbe un assurdo, visto che il socio paga una quota mensile per l’uso di tutte le istallazioni, dalle piscine ai campi da tennis, dalle bocce ai campi di calcio. – Si, sono a conoscenza di questo problema – ci dice Pucillo, mentre da un angolo della Sala Vip, dove si svolge la conversazione, la valle “caraqueña” ci mostra la giostra di colori del tramonto -. Pensiamo di recuperare il terzo campo di calcio per offrire uno spazio ai bambini che vogliono giocare a pallone.- E’ una soluzione che non risolve il problema della discriminazione…- E’ vero – ammette –. Tutti i soci devono poter giocare. Stiamo facendo una discriminazione e bisogna evitarla. C’é in noi la volontá di trovare una soluzione che possa soddisfare tutti.Dal canto suo, anche Angelo Bianchini ammette d’essere al corrente della situazione.- Me lo ha detto tanta gente, tanti soci – confessa -. Pensiamo di stabilire orari per coloro che non hanno vincoli con la Commissione di calcio. Eppoi, nei nostri programmi c’é il recupero del terzo campo di calcio. Si tratta di realizzare uno studio di fattibilitá. Purtroppo, nel Civ c’é un eccesso di bambini che desiderano giocare a calcio. Forse, dando il giusto impulso ad altre attivitás sportive questa realtá potrebbe cambiare.Carlos Villino, come il resto dei candidati é a conoscenza delle proteste di alcuni genitori ed ammette che forse “c’é una rigiditá eccessiva da parte della Commissione di calcio”.


– Si tratta di raggiungere un accordo tra Commissione e Giunta Direttiva; un accordo che permetta evitare un’odiosa discriminazione – afferma -. Noi non abbiamo mai imposto i nostri criteri. Sappiamo che questa é una lagnanza che va avanti da tre o quattro anni. Certo, abbiamo cercato di flessibilizzare la situazione. C’é la volontá di trovare una soluzione. Non é giusto che chi gioca a calcio possa usare le istallazioni della piscina o dei campi da tennis e chi invece gioca a tennis o nuota non possa dare nquattro calci alla palla nei campi. Non puó continuare cosí.