Il dramma dell’infanzia minacciata dalla povertá


CARACAS.- La povertá minaccia qualsiasi  diritto umano  privando l’infanzia delle risorse necessarie per sopravvivere, svilupparsi,  prosperare.La povertá, nell’infanzia, é causa fondamentale di povertá nell’etá adulta. I bambini poveri sono destinati a convertirsi a loro volta in genitori poveri che allevano i propri figli nella desolazione dell’indigenza. I bambini che vivono nei paesi disagiati sono denutriti, affrontano le peggiori privazioni e non partecipano a nessun programma educativo.


In Etiopia, Afganistan,  Somalia, Nigeria, Congo, Cambogia o Madagascar, meno della metá della popolazione ha accesso all’acqua potabile, e sono i bambini quelli che devono percorrere grandi distanze per rifornirsene avendo quindi meno tempo per frequentare la scuola. I bambini che non sono stati vaccinati e sono denutriti, sono in gran percentuale vittime di malattie infettive. Queste ed altre privazioni, influiscono sul loro futuro sviluppo. L’infanzia, minacciata dalla povertá, é esposta a conseguenze letali.


Il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia- UNICEF é stato creato nel dicembre del 1946 dalle Nazioni Unite, dopo la Seconda Guerra Mondiale, allo scopo di soccorrere i bambini europei minacciati dalla fame e le epidemie.


Nel 1953, le Nazioni Unite estendono la propria  missione  nell’intento di provvedere alle necessitá dei bambini dei paesi in via di sviluppo. Attualmente l’UNICEF lavora in 158 paesi. Il lavoro dell’UNICEF s’ispira alle norme ed i principi della Convenzione sui Diritti del Bambino creando condizioni necessarie affinché bambini e bambine possano vivere felici, sani e soprattutto con dignitá.


In Venezuela l’UNICEF lavora dal 1991 in collaborazione con le istituzioni governative, la societá civile e il settore privato sviluppando  progetti  atti a migliorare la qualitá di vita di bambini, adolescenti e donne. Il programma di cooperazione 2002-2007 firmato con il Governo venezuelano, intende contribuire allo sviluppo dei  progetti che garantiscono il pieno rispetto dei diritti dell’infanzia e della donna.


La dott.ssa Anna Lucia D’Emilio, Rappresentante INICEF in Venezuela  da tre anni e mezzo, ha lavorato nel Kosovo, in Cambogia, Bolivia, Cile. Le sue informazioni sulle deprecabili condizioni dell’infanzia a livello mondiale sono drammatiche: ” Come avverte lo Stato Mondiale dell’Infanzia del 2005, per circa la metá dei 2.000 milioni di bambini e bambine che vivono nel nostro pianeta, l’infanzia é crudele e brutalmente differente dell’ideale al quale tutti aspiriamo”.


Parliamo dei bambini boliviani, colombiani, cileni, brasiliani, peruviani, un mondo di santi senza Dio, un mondo d’innocenza condannata all’abiezione, un mondo sul quale é incomodo per molti aprire gli occhi, denunciarne la violenza sistematica, persistente. E parliamo dell’infanzia disagiata venezuelana, dei denutriti bambini di questo paese cosí ricco per molti aspetti e cosí povero per altri. “Il Venezuela non ha una situazione molto differente dagli altri Paesi latinoamericani – afferma Anna Lucia –  ma in Venezuela ci sono state e ci sono grandi  risorse ed é quindi inammissibile la disuguaglianza. D’altra parte, e l’UNICEF lo ha messo in rilievo a livello mondiale, vari paesi occidentali e industrializzati per antonomasia,  hanno una grande quantitá di poveri”.


– Gli indigenti che pullulano per le strade del  centro di Caracas fanno senza dubbio parte di quell’infanzia abbandonata alla povertá di venti o trenta anni fa: l’infanzia reietta dell’allora “Venezuela saudita”.Crede che la situazione possa migliorare con l’attuale Governo?


“Nel 1999, l’ultima legge varata ed approvata dal  Governo Caldera é stata la LOPNA,  entrata in vigenza nel 2000. Tale legge stabilisce i meccanismi dello Stato per la protezione dell’infanzia  creando varie istanze a favore della protezione dei bambini, come la “Defensoria de Niños Niñas y Adolescentes”, il “Consejos de Derechos de los Niños y Fondos de Protección”. Cambiano quindi cosí i principi di assistenza. Per la prima volta in Venezuela si parla dei diritti dei bambini: il bambino non é soltanto l’essere fragile da proteggere,  ha anche i suoi diritti che devono essere rispettati. Per esempio, adesso, nel caso di separazione o divorzio dei genitori, il bambino puó scegliere se andare a vivere con il padre o con la madre. Naturalmente, ció rafforza la concezione della famiglia. É importante rendersi conto che proteggere i bambini non significa affidarli ad una istituzione, bensí  ricostruire il loro rapporto nel seno familiare”.


– É vero, le leggi adesso ci sono, ma davvero vengono applicate con scrupolo?


“Bisogna tener conto che stiamo parlando di un programma di vaste dimensioni e, soprattutto, di un programma nuovo: una nuova cultura nei confronti dell’infanzia. Certo, si é progredito moltissimo nella concezione delle istituzioni, ma siamo ancora all’inizio. Cinque anni sono pochi per un cambio di questa indole; abbiamo istituzioni vecchie che devono essere abolite e istituzioni nuove che devono iniziare a funzionare”.


– Mentre la nuova cultura non emerge nella sua totalitá e la vecchia non scompare definitivamente, che fa l’UNICEF?


“Lavoriamo con il Governo, con le istituzioni statali, le Ong e la societá civile. La legge della LOPNA é una delle piú avanzate. Ne abbiamo appoggiato le riforme e ne stiamo accompagnando gli sviluppi. Naturalmente, esistono dei problemi nell’applicazione della legge, non sappiamo se si tratta di questioni organizzative da parte degli organismi del sistema di protezione dell’infanzia”.


– Qual é stato l’apporto dell’UNICEF ai sinistrati della recente alluvione avvenuta in Venezuela lo scorso mese di febbraio?


“Abbiamo aiutato muovendoci anche con imprese private. Abbiamo iniziato immediatamente collaborando con i vari Stati toccati dall’alluvione dedicandoci ai bambini ed alle loro famiglie con il programma “Ritorno all’allegria”, offrendo sostegno psicosociale  non soltanto ai bambini, ma anche ai loro genitori. É importante in questi casi saper parlare, aiutare attraverso il dialogo a superare il trauma. Lasciare che i bambini raccontino cosa hanno vissuto. É erroneo credere che i bambini hanno bisogno soltanto di cibo e distrazioni. Anche se le due cose sono essenziali, per superare la tragedia bisogna lavorare attraverso il dialogo. In questo caso, per l’Unicef, la cosa piú importante é stata convincere il Ministero degli Interni e Giustizia a capacitare, attraverso nostri consigli, il personale di “Defensa Civil”, informandolo dettagliatamente sui Diritti Umani dei Bambini in situazioni d’emergenza. Diritti Umani  contemplati soprattutto sull’aiuto a bambini e  donne. É risaputo, purtroppo, che in situazioni d’emergenza si commettono, anche se in buona fede, molti errori; per tale motivo il personale d’assistenza ai sinistrati deve essere adeguatamente preparato. In questa recente alluvione per esempio, é stato corretto un gravissimo errore. Nell’alluvione del ’99, accaduta nello Stato Vargas, il personale di riscatto ha separato i bambini dagli adulti. Molti bambini non si sono riuniti piú con i propri parenti. Ció non dovrebbe mai accadere perché la famiglia per i piú piccini rappresenta un circolo protettore. Questa volta, invece, l’aiuto é stato dato unendo adulti e bambini e addirittura, ci sono stati dei casi in cui i bambini non possedevano nessun documento d’identitá e si é provveduto immediatamente a registrarli all’anagrafe”.


– Qual é la percentuale di mortalitá infantile in Venezuela?


“Tra i minori di un anno d’etá il 18.1 % per 1000 nati vivi. Tra i minori di cinque anni d’etá il 22.5”.


– Quali sono le cause di decesso piú frequenti?


” Cause facilmente prevedibili come diarrea, disidratazione, malattie respiratorie. Ma é necessario inoltre prendere in considerazione la mortalitá materna che avviene in gran percentuale a causa dei  problemi legati alla gravidanza e al parto. In Venezuela il 94% dei parti avviene in ospedale;  dobbiamo quindi dedurre che le future mamme e le puerpere non sono assistite adeguatamente. Tale situazione potrá senza dubbio cambiare con il programma “Barrio Adentro” attraverso il quale é piú facile ricevere assistenza medica  per le donne in stato di gravidanza. Certo, le statistiche non riflettono ancora tali migliorie ed  é necessario che trascorra un pó di tempo affinché i programmi educativi diano evidenti risultati”.


Come possiamo contribuire con l’UNICEF?  Rivolgendoci ai seguenti numeri telefonici: 284.56.48/285.83.62/ 287.0622 / 2858650.


Siamo consapevoli che ridurre la povertá infantile significa rispettare il diritto dell’infanzia a ricevere i beni ed i servizi necessari alla sua sopravvivenza, alla sua crescita e sviluppo normale. Se non si rispettano i diritti dei bambini é impossibile parlare d’uguaglianza e  di diritti umani.