CARACAS- Breve ma intensa la celebrazione dell’8 marzo organizzata nel Centro Italiano Venezolano dalle donne del Comites e dello Sportello Donna della nostra Camera di Commercio in collaborazione con le anfitrione del Comitato Dame del CIV. Hanno partecipato numerose connazionali di diversa età ed erano presenti anche le signore Floriana De Montis, moglie dell’Ambasciatore della Commissione dell’Unione Europea, Mariangela Tesi, moglie del nostro Ambasciatore Gerardo Carante, Riccarda Fabbri, moglie del Console Generale e Mirta Gentile, Console.
Esposizioni chiare, contenute, hanno messo l’accento su aspetti diversi dell’essere donna, del significato dell’8 marzo e della nostra emigrazione al femminile. Teresina Giustiniano, avvocatessa sia in Italia che in Venezuela, ha fatto gli onori di casa presentando via via le diverse espositrici e aggiungendo aneddoti e ricordi personali densi di emozioni. Per prima ha preso la parola Rosa Ruggiero, vice presidentessa del Comites di Caracas che ha analizzato criticamente la data dell’8 marzo chiedendosi se si poteva ancora giustificare la sua celebrazione. La conclusione alla quale è giunta Rosa Ruggiero è che, ancora oggi, ci sono tante battaglie da portare avanti nell’universo femminile per cui, non soltanto si giustifica la celebrazione dell’8 marzo, ma è importante lavorare per rinsaldare la solidarietà tra donne.
Subito dopo la vicepresidentessa del Comites di Caracas, con parole che denotano i suoi studi letterari, ha spiegato il significato storico dell’8 marzo e delle lotte delle donne in tempi in cui, quel tipo di lotte si facevano rischiando la vita. Ha concluso con un riferimento al libro di poesie di Luisa Valeriano “Mira mi alma desnuda” ricordando l’importanza che ha per le donne la ritualità. “Nel libro che presentiamo questa sera – ha detto Ruggiero – appaiono le due facce delle donne: quella dinamica legata ai tempi attuali che ci parla di una donna intraprendente ed attiva, l’altra legata alla profondità di una femminilità che riesce a denudare la sua anima in una espressione poetica. E come dice in un suo verso Luisa: Non appartiene alle donne nè morire, nè dire addio, nè dimenticare”.
È stata quindi la volta di Marisa Bafile, nostra vicedirettrice, che ha rivolto un saluto particolarmente affettuoso all’avvocatessa Sonia Sgambatti, presente all’evento, ricordando le lotte fatte dalla Sgambatti per la difesa dei diritti della donna in Venezuela e soprattutto per proteggere quelle vittime di violenza domestica.
Nel ricordare l’abuso che, proprio quel giorno avevano subito le donne della Turchia barbaramente aggredite dalla polizia mentre realizzavano un corteo pacifico per commemorare l’8 marzo, Bafile ha riconfermato l’importanza di proseguire sulla strada della lotta per una vera parità tra uomini e donne.
Il suo intervento aveva come tema la realtà della donna italiana emigrata con particolare riferimento a quelle giunte in Venezuela.
La vicedirettrice della Voce d’Italia ha ricordato le grandi difficoltà che hanno dovuto superare le prime emigrate, soprattutto quelle partite tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 e in particolare le donne che si sono recate in paesi anglofoni e in Europa. Realtà dolorose per tutti quelli che partivano lasciando la patria ma soprattutto per le donne che facevano più fatica a imparare le nuove lingue, avevano minori possibilità di relazioni con l’esterno, faticavano a ricostituire un tessuto di rapporti umani e dovevano affrontare situazioni particolarmente difficili soprattutto quando avevano problemi di salute.
Per quelle giunte in Venezuela l’emigrazione, seppur difficile all’inizio, si è trasformata con gli anni in un fattore di emancipazione. Venute in gran parte a seguito dei mariti, hanno lavorato spesso all’interno delle piccole imprese a conduzione familiare. Ciò ha permesso loro da una parte di avere una disponibilità economica e dall’altra un più facile inserimento nella società venezuelana. La rete di associazioni regionali e centri sociali e ricreativi ha poi aiutato le “nostre” donne a costruire amicizie e ricomporre un tessuto sostitutivo di quello familiare. La forza e capacità di lotta delle prime emigranti sono stati valori che hanno trasmesso alle figlie, oggi quasi tutte professioniste. Ma, ha spiegato Marisa Bafile, non dobbiamo dimenticare che anche all’interno della nostra comunità c’è un tetto di cristallo che per le donne, al di là delle loro qualifiche, è ancora difficile da superare: il tetto del potere. “Se possiamo vantarci di avere una buona rappresentanza femminile all’interno del Comites di Caracas bisogna anche ricordare che per tutte loro non è stato facile essere prese d’immediato nella loro giusta considerazione al momento delle decisioni. E poi sono ancora poche, realmente troppo poche, le donne che dirigono associazioni regionali, club sociali e altre istituzioni della collettività. Bisogna lottare per avere una maggiore rappresentatività anche in questi settori perchè esistono molte problematiche che le donne affrontano con priorità diverse da quelle degli uomini.”
L’intervento della psicologa Rosa Tuzzato specialista in psicologia dello sport, ha invece messo l’accento sui concetti di mascolinità e femminilità alla luce soprattutto dei profondi cambiamenti avvenuti nella nostra società attuale.
La festa dell’8 marzo si è conclusa con le parole ironiche, profonde di Luisa Valeriano che, per la prima volta dopo aver pubblicato libri di saggistica e critica letteraria, si è avventurata nel mondo della poesia. Una scelta felice perchè il libro della Valeriano “Mira mi alma desnuda” è realmente molto bello e ne consigliamo la lettura anche a chi non ama eccessivamente la poesia. Accompagnata dalle note di un ottimo sassofonista l’autrice ha letto alcuni versi coinvolgendo ed emozionando gli invitati. Un brindisi offerto da Alnova ha concluso la prima parte di questa celebrazione che è poi proseguita nel Salone Italia dove le dame del CIV hanno dato una simpaticissima festa.