Roma – Così l’Europa parla e vive italiano. La Casa del Cinema di Roma bandisce per il 2005 la prima edizione del Premio Alberto Sordi per la miglior sceneggiatura per film di lungometraggio. Il bando, pubblicato da quattro giorni e disponibile all’indirizzo: [email protected], è rivolto a sceneggiature italiane inedite che possiedano una forte struttura narattiva, attenta a problematiche sociali, politiche e di costume, prodotte da autori debuttanti e non, italiani ma anche europei, che potranno presentare la propria sceneggiatura entro il prossimo 5 giugno.
– L’intento del progetto – commenta la responsabile Lorenza Micarelli – è quello di contribuire alla promozione della scrittura per il cinema e alla scoperta di nuovi autori cinematografici italiani ed europei. E’ importante dare spazio agli autori, spesso obbligati in Italia a rivolgersi alla produzione per la televisione piuttosto che al cinema.
Una giuria d’eccellenza per questo debutto, presieduta da Ettore Scola, volutamente eterogenea e selezionata annualmente da un Comitato di Garanti in rappresentanza di gran parte del cinema italiano, che assegnerà a fine novembre un premio di 20.000 €, una menzione di 5.000 € in caso di sceneggiatura meritevole e eventuali segnalazioni, priver di dotazione, per opere particolarmente valide.
– Dai dati in nostro possesso e in base alla mia esperienza maturata nell’ambito del Premio Solinas – continua la Micarelli – ho motivo di credere che l’iniziativa riscuoterà una forte adesione. A soli quattro giorni dalla pubblicazione del bando abbiamo già ricevuto 180 richieste.
Reduce da un seminario intensivo di tre giorni, in collaborazione con la società Arista, dedicato alla sceneggiatura, che ha visto la partecipazione di due aspiranti autori provenienti da Polonia e Irlanda , la Casa del Cinema di Roma rivela un’indole internazionale e la speranza di future collaborazioni con Commissioni Europee e Consolati Italiani all’estero.
Non così ottimista nei confronti di produzioni in lingua italiana da parte di autori stranieri si è rivelata Caterina d’Amico, Direttore del Settore Formazione della Scuola Nazionale di Cinema e Presidente dell’Associazione Mondiale di Scuole di Cinema e Televisione (CILECT).
– L’italiano è una lingua difficile, e sempre meno praticata in ambito europeo. Anche i progetti nati da coproduzioni internazionali, più che da logiche di cultura europea nascono spesso da strategie produttive tese alla conquista di mercati di distribuzione.
Ciò nonostante, confessa la Direttrice del CILECT, l’Italia continua ad affascianare gli autori di tutto il mondo. Roma, in particolare, offre una possibilità di interazione linguistica e un territorio fertile di incontri allettante per qualunque sceneggiatore .
– Basti pensare che se organizziamo un incontro a Roma i partecipanti sono il triplo di quelli raccolti da un analogo evento a Parigi .
Ulteriore ostacolo nei confronti di sceneggiature scritte in italiano sembra essere costituito, a detta della d’Amico, dai programmi di sostegno alla produzione europea. La logica dei laboratori europei infatti sembra privilegiare i prodotti realizzati in lingua inglese .
Di tutt’altro avviso risulta Domenico Raneri, Responsabile Sviluppo del progetto dell’Unione Europea Media Plus (Mesures pour Encourager le Développement de l’Industrie Audiovisuelle), destinato a rafforzare la competitività dell’industria audiovisiva europea intervenendo sulla produzione, co-finanziando la formazione continua dei professionisti, lo sviluppo di progetti e la distribuzione e la promozione delle opere.
– La richiesta di presentare progetti in lingua inglese – dichiara Raneri – come chiaramente espresso nelle linee guida del progetto, resta un elemento consigliato, nato dall’interazione con i produttori e dall’esigenza di far conoscere il prodotto e trovare più facilmente i partner.
A giudicare dai progetti italiani provenienti a Bruxelles quindi non c’è ragione di credere che i prodotti in lingua italiana vengano in qualche modo penalizzati.
È importante tuttavia che in un epoca di grade mobilità europea, si lancino segnali chiari di apertura e si invitino gli autori stranieri a lavorare in Italia su soggetti italiani. È questa l’idea di Licia Eminenti, regista italiana ormai da anni attiva in Francia .
– Il fatto che la Casa del Cinema di Roma abbia esplicitato l’apertura del progetto a qualunque autore europeo, rappresenta una buona propaganda per il cinema e la lingua italiana ed una grande occasione per tutti gli autori che maturano soggetti ambientati in Italia ma che non possono accedere a fondi nazionali.
Senza la possibilità di inserirsi in questo modo, un autore europeo è costretto a puntare su coproduzioni in cui difficilmente si conciliano le idee e gli obiettivi finanaziari di più produttori.
– In Italia – conclude la regista – P aese amato e ricco di ambientazioni ricercate da autori internazionali, la produzione cinematografica europea vive la forte concorrenza dei prodotti americani, che costituiscono il 70% circa delle politiche di investimento della televisione di stato, contro il 50% di Paesi come la Francia e la Germania.