Attesa per gli aiuti dell’Italia al Venezuela


CARACAS- L’ultimo Carnevale sicuramente non ha lasciato un buon ricordo: acquazzoni, piogge continue, fiumi in piena, fango. Tutto ha riportato alla mente la tragedia di Vargas, per fortuna le conseguenze, seppur tragiche, non hanno assunto le dimensioni catastrofiche di pochi anni fa. In ogni caso il bollettino è disastroso: decine di morti, migliaia di danneggiati, difficoltá di comunicazione, molti raccolti andati in fumo ( come ci raccontava Luigi de Chiara del Cesvi, attivo nella zona di Barlovento) . La notizia sulle alluvioni è rimbalzata su tutti i media internazionali, i venezuelani, come sempre, si sono mostrati molto solidali nel fornire beni di prima necessitá, ed appoggio. Ma quale è stato l’appoggio dell’Ambasciata Italiana presente in Venezuela? La sede diplomatica italiana ha ricevuto da parte del sindaco di Caracas, Juan Barreto, una richiesta d’aiuti per fronteggiare l’emergenza ( richiesta che probabilmente è stata inviata a tutte le ambasciate). Purtroppo l’emergenza, per quanto impellente, non è riuscita a scavalcare i tempi burocratici, fatti di richieste ed attese ministeriali (che sia troppo tardi?). Nell’immediato del dopo tragedia il Cesvi ha fornito il suo appoggio nella zona di Barlovento, e un quantitativo di latte in polvere è stato donato dalla Parmalat. In soldoni, peró, l’aiuto dell’Italia é in attesa di autorizzazione da parte del Ministero degli Esteri e potrebbero arrivare fino a 200.000 euro, da distribuire alle varie associazioni di volontariato, perché facciano arrivarlo lí dove ce ne sia il bisogno. Bisognerá aspettare, quindi, ancora un po’. Dopo la fase dell’emergenza si potranno attivare i canali della cooperazione internazionale, per la fase successiva, ossia quella della ricostruzione.


Dopo aver soddisfatto questa curiositá ci siamo chiesti allora se ci siano stati cittadini italiani, o imprese italiane, danneggiate e, in caso positivo, come sarebbero state aiutate. Mirta Gentile, la giovane Console napoletana di Caracas, qui da quasi sei mesi, ci riceve e e con la consueta gentilezza risponde alle nostre domande.


-Ci sono italiani danneggiati?


-Durante l’emergenza abbiamo allertato immediatamente i viceconsolati sparsi su tutto il territorio, e per fortuna ci hanno comunicato di non aver notizia di italiani o italovenezuelani danneggiati


Come fanno i vice-consoli ad avere queste notizie?


-Probabilmente nelle cittá piccole la notizia arriva con piú facilitá, i vice-consoli onorari d’altronde sono persone vicine alla comunitá, in generale comunque è il danneggiato o qualcuno per lui che deve rivolgersi al Consolato, magari anche telefondando, c’è difatti un numero di emergenza sempre attivo


Considerando che molti italiani neanche sono informati su che tipo di aiuti potrebbero ricevere , il Consolato non fa nessuna attivitá d’indagine, investigativa. Per esempio controllando nei centri di accoglienza, visionando le liste dei danneggiati, o cose simili?


-Non sono previste questo tipo di attivitá, cerchiamo comunque di coordinare, e di lavorare assieme anche alle associazioni di volontariato, in modo che l’aiuto sia efficiente ed immediato” Se fossi stato tra i danneggiati, e avessi chiamato al Consolato, che tipo di aiuto mi avreste dato ?


– Il Consolato ovviamente non fornisce alloggi, probabilmente sarebbe stato un aiuto economico


Le risulta che ci sono stati turisti italiani in difficoltá?


-No, nessuno ci ha chiamato


Dopo aver parlato con la vice-console, e rassicurati della buona notizia, ci siamo rivolti Camera di Commercio Venezoelana-Italiana, per verificare, questa volta, se tra gli imprenditori italiani fossero stati registrati danni, se ci fossero imprese che hanno dovuto sospendere, o ridurre la produzione. Un funzionario della Cavenit, la Camera di commercio Venezuelana Italiana, che da cinquanta anni è presente sul territorio, anche questa volta ci rassicura: ” nessun danno, che a noi risulti, nessuno dei nostri soci, o nessun imprenditore ci ha comunicato nulla“. Fianiamo cosí questo giro di ricognizione tirando un sospiro di sollievo, con la certezza che, anche se fortunamente non danneggiati, gli italo-venezuelani spenderanno le proprie forze per aiutare coloro che sono stati meno fortunati.