ROMA.- L’economia mondiale è pronta spiccare nuovamente il volo e, per il momento, archivia un 2004 prevalentemente positivo negli Usa, con la conferma del +4,4 per cento registrato per l’interno anno dal Pil e assai meno per Eurolandia con un +1,8 per cento. Ma l’Italia, che lo scorso anno e’ cresciuta appena dell’1,1 per cento, si trovera’ anche nel primo semestre del 2005 all’ultimo posto tra i grandi Paesi sviluppati, registrando nel primo trimestre di quest’anno un incremento trimestrale del Pil dello 0,3 per cento che accelerera’ solo marginalmente allo 0,4 per cento nel secondo trimestre, al di sotto della media di Eurolandia collocata rispettivamente allo 0,4 per cento e allo 0,5 per cento. E’ la previsione che emerge dall’Ocse che, per bocca del suo capo-economista Jean Philippe Cotis ha voluto lanciare un segnale moderatamente ottimista sulla congiuntura globale.
Lo scorso anno «la ripresa globale – ha detto Cotis in un documento – ha segnato il passo con gli effetti provocati da prezzi petroliferi piu’ alti e volatili. Ma guardando in prospettiva ci sono le condizioni perche’ la ripresa globale possa guadagnare velocita’».
Le cose, ha spiegato l’economista in una conferenza stampa, potrebbero migliorare persino in Giappone, la seconda economia del Pianeta, dove, malgrado le cifre indichino la contrazione del Pil per tre trimestri consecutivi fino alla fine del 2004, il tasso di crescita registrato per l’intero anno, pari al 2,6 per cento, e’ il piu’ alto dal 1996.
Diversa la situazione dell’area Euro, nella quale la crescita e’ stata «disomogenea in modo scoraggiante», con una domanda interna che, tuttavia, dopo il risultato negativo dell’ultimo trimestre 2004 dovrebbe recuperare e con la fiducia imprenditoriale che mostra segnali di ripresa. La situazione di Eurolandia, come detto, e’ disomogenea. Con uno spiraglio di luce in Germania, dove la crescita degli investimenti potrebbe preludere a una vera ripresa e l’Italia dove la brusca frenata (-0,3 per cento) registrata dal Pil nel quarto trimestre e’ stata secondo Cotis una «grande sorpresa» anche se cio’ non significa che una bassa crescita nella prima meta’ del 2005 sia gia’ una conclusione gia’ archiviata.
Quanto alla grande incognita dei deficit «gemelli» degli Stati Uniti, il capo economista dell’organizzazione di Parigi ha sottolineato di non vedere per ora alcun segno di miglioramento nella finanza pubblica di Washington, in particolare sul deficit pubblico.
– Dovremo sapere di piu’ del dibattito in corso, ma resta comunque la ragione di una grande preoccupazione per l’Ocse.