Piante medicinali: il laboratorio di un italiano tra gli indios


Cuiabá – In pieno territorio indigeno, all’interno dello stato brasiliano del Mato Grosso, un padre italiano residente in Brasile svela i segreti che avvolgono le piante medicinali. È quello che rivela la rivista elettronica ‘Brasil Oeste’, nel presentare il lavoro del salesiano Bartolomeo Giaccaria, 69 anni, 45 vissuti tra gli indios della tribù Xavantes.


È stato per pura necessità – racconta padre Giaccaria – che ho cominciato a studiare le piante della regione. Vedevo bambini con ferite alle mani, vecchi con problemi di reumatismi e non esistevano provviste di medicinali che potessero aiutarli. Quindi, ho cominciato a leggere e a studiare le proprietà di ciascuna specie.


In questo modo, il religioso salesiano è riuscito a preparare medicinali naturali, tra cui una pasta ottenuta dal miscuglio di 15 piante come la ‘babosa’, la menta, l’origano e la propoli.


Riesco a prestare la mia opera nei circa 80 villaggi – afferma Giaccaria – dove vivono oltre 12.000 ‘xavantes’.


La cosa più assurda, però, è che varie piante native che utilizzo nel mio lavoro sono brevettate dagli americani. Accade che gli indios le manipolavano già da migliaia di anni.


Preoccupato del potere economico nordamericano, Giaccaria lancia un appello:


Gli americani stanno catalogando e studiando più di 7 mila specie native.