Caso Sgrena: L’Italia non paga nessun riscatto


ROMA – L’Italia non è disposta a pagare un riscatto per la liberazione della giornalista del Manifesto sequestrata a Baghdad la scorsa settimana, ma iniziative ad ampio raggio sono state avviate per riportarla a casa.


Lo ha detto il ministro degli Esteri Gianfranco Fini in un’intervista al settimanale britannico Sunday Times.


Alla domanda se fosse pronto a pagare un riscatto per Giuliana Sgrena, il responsabile della Farnesina ha detto:


«L’Italia non tratta con criminali. L’Italia sta lavorando per il suo rilascio».


Il governo aveva negato di avere pagato un riscatto anche per la liberazione di


Simona Pari e Simona Torretta lo scorso settembre, anche se secondo indiscrezioni dei media erano stati versati circa 4-5 milioni di euro.


Commentando una frase di Berlusconi, secondo cui «le trattative (per il rilascio della Sgrena) sono iniziate», Fini ha detto che «iniziative, piuttosto che un vero e proprio negoziato, hanno avuto inizio. Si tratta di sforzi politici, diplomatici e di intelligence volti ad ottenere la sua liberazione».


Diversi messaggi di rivendicazione del rapimento abbinate alla richiesta di ritiro dei soldati italiani dall’Iraq sono comparse nell’ultima settimana su Internet, ma la Farnesina li ha ritenuti inattendibili.


Il Manifesto ha detto che, secondo fonti di intelligence, c’è stato un contatto con un presunto mediatore per ottenere, senza intervento armato, la liberazione dell’inviata in Iraq.


Il Papa ieri affacciandosi in piazza San Pietro per l’Angelus ha rivolto un appello al rilascio di Giuliana Sgrena e di tutti i sequestrati in Iraq, in un messaggio letto da un alto prelato.