Manifestazione pacifista organizzata dal «Manifesto»

– Qualcuno ha detto di avere visto Giuliana, tanto da poter aggiungere che sta bene: l’ha vista due volte -. Il quotidiano «Il Manifesto» riporta questa voce in un articolo pubblicato in terza pagina, firmato da Alessandro Mantovani. L’apertura del quotidiano di via Tomacelli ha un titolo improntato all’ottimismo: «Ci vediamo». Si legge in prima pagina: «E’ stata vista piu’ volte, sta bene».
I sequestratori di Giuliana Sgrena aprono un canale di comunicazione, mentre via internet arrivano messaggi inattendibili che ne annunciano l’esecuzione. La Rice a Roma: coordiniamo le iniziative con il governo italiano. Intanto va in onda sulle tv arabe l’appello del manifesto: «Questa e’ la piu’ assurda delle guerre e fara’ un bagno di sangue».
Sempre in prima pagina, l’inviato in Iraq Stefano Chiarini sottolinea che a Baghdad tutti i giornali hanno titolato in prima «Liberatela» e «tutta la societa’ civile e’ impegnata a trasmettere questo messaggio».
Per il ministro degli esteri, Gianfranco Fini, l’attendibilita’ dei vari messaggi contraddittori comparsi su Internet sulla sorte di Giuliana Sgrena, «e’ molto, molto scarsa’’ e ‘’sarebbe sbagliato accordare loro autenticità».
– Non prendiamo in considerazione comunicati del genere, li diffondono allo scopo di spaventare coloro che sono preoccupati per la salvezza della giornalista rapita. Vogliono creare confusione’ – Lo ha dichiarato all’ANSA a Baghdad il portavoce del ministero degli interni del governo provvisorio iracheno Sabah Kadum, riferendosi al comunicato su internet in cui le Brigate dei Mujaddin in Iraq avevano annunciato di aver «giustiziato» l’ inviata del Manifesto, Giuliana Sgrena.
– Questi gruppi – ha proseguito il portavoce – non hanno una chiara ideologia. Purtroppo Internet ci crea dei problemi. Chiunque con un collegamento puo’ diffondere tali comunicati per confondere la gente, ma anche per alzare il prezzo del riscatto, se stanno chiedendo un riscatto.
A una domanda sugli sviluppi delle indagini, Kadum ha quindi risposto limitandosi a dire che «tre ufficiali superiori sono stati assegnati a seguire il caso, ma non possiamo rilasciare alcuna informazioni che potrebbe mettere in pericolo l’ostaggio».
Lo stesso riserbo il portavoce del ministero degli interni ha mostrato a proposito di un’altra domanda sugli interrogatori dell’autista e dell’interprete iracheni della giornalista italiana.
– Disponiamo di tutti i dettagli, perche’ erano con lei quando il rapimento ha avuto luogo, ma non intendiamo riferirli adesso, perche’ il caso e’ ancora aperto – si e’ nuovamente limitato a rispondere Kadum, rifiutandosi ugualmente di dire se esistano indizi che conducano a identificare i rapitori. ‘’Mi spiace, ma non posso rilasciare alcuna dichiarazione al riguardo’’, ha affermato.
– Questa e’ la piu’ assurda delle guerre e sara’ un bagno di sangue – cosi’ Giuliana Sgrena definiva la guerra in Iraq il 7 marzo 2003. Una frase che apre il video di due minuti prodotto dal Manifesto e da ‘Un ponte per…’, trasmesso a partire in tutte le edizioni dei tg di Al Jazeera, e su Al Arabyia.
– Un video per continuare a raccontare il rapimento di Giuliana – ha detto il direttore del Manifesto Gabriele Polo – come lei raccontava l’Iraq, la guerra e i diritti delle persone. Non e’ un video pietista – ha aggiunto – Ribadisce cosa ha scritto Giuliana, ma e’ anche un video profondamente politico. E’ un messaggero di dialogo. La mobilitazione dei media e dell’opinione pubblica ci dice che anche il mondo arabo ha risorse civili molto potenti, alle quali sarebbe bene dare espressione.