MILANO.- La Commissione europea chiede all’Italia misure aggiuntive quest’anno e il prossimo per assicurare il mantenimento del deficit al di sotto del tetto del 3% del Pil. L’esecutivo Ue sollecita Roma anche ad accelerare il processo di riduzione del debito verso il 60% del Pil e ribadisce le critiche sulla copertura degli sgravi fiscali.
«Tenendo conto dei rischi al ribasso derivanti dallo scenario macroeconomico e di quelli relativi all’attuazione della Finanziaria 2005, è possibile che si rendano necessarie misure aggiuntive per raggiungere gli obiettivi di deficit e, in particolare, per evitare che il disavanzo nominale ecceda il 3% del Pil nel 2005. Misure addizionali possono essere necessarie anche nel 2006» si legge nel documento completo che delinea il giudizio della Commissione sull’aggiornamento del programma di stabilità italiano.
Sul fronte positivo, l’esecutivo Ue riconosce che la riforma delle pensioni «è un passo importante per affrontare le conseguenze di bilancio dell’invecchiamento della popolazione».
Nel comunicato stampa emesso sul programma di stabilità la Commissione aveva già sottolineato che le assunzioni di crescita del governo italiano per quest’anno e il prossimo appaiono «un po’ ottimistiche in confronto alle previsioni della Commissione di autunno 2004».
Roma ha indicato come previsioni centrali dell’aggiornamento del programma di stabilità una crescita del 2,1% nel 2005 e del 2,3% nel 2006 e 2007 a fianco di stime per il deficit/pil di 2,7%, 2,0% e 1,4%. Nel programma di stabilità l’Italia aggiugeva che, se la crescita 2005 si risulterà solo 1,6%, il deficit sarà pari a 2,8% del Pil.
Secondo la Ue i target fissati dall’Italia non assicurano un margine di sicurezza sufficiente per evitare una violazione del tetto del 3% del deficit/pil in caso di congiuntura economica avversa. Oltre al troppo ottimismo delle stime di crescita, la Ue sottolinea che «ci sono diverse incertezze relative al’attuazione della Finanziaria 2005, inclusa la classificazione dell’Anas e numerose misure temporanee…».
«Altre incertezze riguardano il 2006, anno in cui è prevista la parte più rilevante dell’aggiustamento del disavanzo strutturale … e la completa sostituzione delle misure una-tantum com le misure strutturali» dice la Commissione.
Secondo la Ue il programma di stabilità aggiornato non spiega come verrà applicato il controllo della spesa pubblica.
La Commissione prende in esame, poi, il debito pubblico, indicando che la velocità di riduzione è ridotta, nonostante il significativo sforzo sul fronte delle privatizzazioni.
«…l’impatto positivo del gettito previsto dalle privatizzazioni è in gran parte compensato da operazioni ‘sotto la linea’ che aumentano il debito» nota la Commissione, ricalcando alcune preoccupazioni espresse a dicembre sulle poste finanziarie che incidono sul debito senza essere contabilizzate nell’indebitamento netto calcolato secondo parametri Ue.
La Ue chiede, quindi, all’Italia di assicurare che il debito/pil «cali verso il 60% a un ritmo più veloce prestando attenzione a fattori diversi dall’indebitamento netto che contribuiscono a cambiamenti del livello debito».
Il programma di stabilità fissa sul debito il target di 104,1% del Pil nel 2005 e sotto il 100% nel 2007.