I nostri connazionali non stanno soli


CARACAS – “Abbiamo spiegato ai rappresentanti del Governo venezolano che gli italiani, i nostri connazionali, non sono soli. Hanno le istituzioni italiane accanto a loro. Gi abbiamo anche detto che vogliamo non siano discriminati. Ci auguriamo che, in coincidenza con la ripresa economica del Paese, gli imprenditori italo-venezolani possano continuare a svolgere serenamente le proprie attivitá produttive”, il Senatore Riccardo Minardi, che ha guidato la delegazione del Comitato per le Questioni degli Italiani all’Estero del Senato che ha visitato recentemente il Venezuela, parla adagio; scandisce le parole ed é molto attento a sottolineare quelle che, a suo avviso, conferiscono una forza particolare alle suedichiarazioni.


Sapere che oggi le istituzioni italiane sono attente a quanto accade nel Paese e, soprattutto, sono accanto alla nostra Comunita é senz’altro rassicurante. E´ una notizia confortante. Certo, forse lo sarebbe stato ancor piú se tali dichiarazioni fossero state fatte durante il passato sciopero generale, quando non pochi imprenditori italo-venezolani a Caracas ed in altre cittá del Paese furono oggetto di pressioni e di minacce. O quando, senza alcuna ragione, tanti connazionali impiegati nell’industria petrolifera, ed in altre compagnie dello Stato, furono “licenziati in tronco”. Comunque sia, meglio tardi che mai.


– Ci auguriamo – prosegue il Senatore – che questa ripresa si sviluppi pari passo ad un miglioramento della situazione politica venezolana. E cioé, che questa non subisca piú perturbazioni e si rispettino le istituzioni democratiche.


– E qualora cosí non fosse, cosa potrebbe fare l’Italia, agendo nel piú amplio contesto europeo del quale é protagonista importante?


– Mi auguro che ció non accadi – risponde subito, per poi soggiungere:


– Ho avuto l’impressione che la situazione politica in Venezuela stia evolvendosi … normalizzandosi. Ho fiducia nel tempo; ma soprattutto che la situazione ipotizzata non si verificherá.


La Delegazione composta anche dai senatori Fracesco Moro, Maria Grazia Pagano e Ignazio Manunza, ha avuto modo di constatare, almeno in parte, la realtá degli “italiani del Venezuela”. E’ mancato forse il contatto diretto con la nostra Comunitá della capitale, dove i problemi economici e le difficoltá politiche sono piú evidenti. Senz’altro una maggior attenzione ad essa, e meno tempo alle bellezze naturali del Paese, avrebbe giovato ad una miglior comprensione delle nostre necessitá.


Al Senatore Minardi chiediamo alcune sue impressioni:


– Dopo una settimana di incontri – ci dice -, possiamo trarre le somme. Abbiamo avuto modo di incontrare il Presidente dell’ “Asamblea Nacional”, il ministro degli Esteri, i rappresentanti della Commissione Affari Esteri dell’ “Asamblea Nacional”. Inoltre, abbiamo sostenuto colloqui con i governatori dello Stato Carabobo ed Aragua. Queste riunioni ci hanno fatto riflettere a lungo. Noi, come parlamentari, sappiamo qual é la strada da percorrere, negli interessi della Collettivitá.


– Qual é?


osserva che, nei colloqui sostenuti con la Collettivitá, “la questione sociale é emerse sempre come la principale preoccupazione”.


– Assistenza, pensione sociale, questione sanitaria, questi i temi piú sentiti. A nostro avviso, la questione sociale potrá essere risolta, almeno in parte, dal momento in cui noi riusciremo a fare due scremature.


Precisa che la prima é il “disegno di legge che deve condurre alla riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza”.


– Cosí – prosegue -, questo problema sicuramente sará ridotto, poiché una fascia di connazionali potrá ottenere la pensione sociale. Se poi applichiamo la norma iscritta nella “Finanziaria”, attraverso la quale si stabilisce che chi ha superato i 65 anni di etá potrá avere la pensione italiana, la questione sociale avráá una svolta importante.


– Certamente avrete osservato durante l’incontro con i Patronati che operano da anni nel Paese come siano opposte le opinioni dell’Ambasciatore Gerardo Carante e quelle dei rappresentanti dei Patronati e di altri enti assistenziali sul tema dell’indigenza e dell’assistenza sociale. Qual é la vostra impressione?


– L’Ambasciatore ed i Patronati – sostiene con molta prudenza – si sono riferiti a casi singoli. Noi non possiamo nascondere l’esistenza dell’indigenza. Non possiamo negare l’esistenza di una evidente necessitá. La situazione sociale nel Paese é sicuramente un problema; un problema che va affrontato. E mi auguro che lo sia al piú presto dal Parlamento. Noi dobbiamo fare le leggi che permettano di offrire, di assicurare una migliore assistenza ai nostri connazionali.


Si sofferma, poi, sul tema dei sequestri, una piaga che dilaga in Venezuela e che colpisce anche la nostra Collettivitá.


– Abbiamo incontrato alcune famiglie, alcune vittime di sequestri – ci dice -. Ad esse abbiamo manifestato tutta la nostra solidarietá e quella del Parlamento italiano. Abbiamo avuto modo di costatare il brillantissimo lavoro svolto dal Colonnello dei Carabinieri Fantozzi e dal Commissario di Polizia Bonfiglio. Questi, collaborando con le forze dell’ordine locali, hanno dato risposte concrete ad un problema serio e complesso.


Come il senatore Minardi, anche la senatrice Maria Grazia Pagano ha sottolineato che alle autoritá venezolane é stato detto che “i connazionali hanno accanto tutte le istituzioni italiane”.


– Io credo – soggiunge -, che la comunitá internazionale deve prestare un’attenzione particolare al Venezuela. Non si tratta affatto di mettere il Paese “sotto tutela”. No. La dignitá di un popolo non puó essere messa sotto tutela da nessuno. Si puó, anzi si deve, aiutare il Venezuela a prendere fino in fondo la strada democratica.


– Ritiene quindi che il sistema democratico corra rischi…


– Quel ch’io ritengo – precisa immediatamente – é che in precedenza non é stato fatto molto per migliorare le condizioni di vita di questo popolo. Quelli emersi oggi con tanta intensitá non sono problemi la cui responsabilitá é da imputare al Presidente Chávez.


– In mezzo secolo di governi democratici di errori se ne sono commessi tanti. E’ logico…


– Una cittá cosí bella come Caracas assediata dalle “favelas” sta a dimostrare che il problema non é stato affrontato – commenta -. Questo é un problema che deve porsi la nostra Comunitá. E’ una bomba che puó esplodere in qualunque momento. Se non si riesce a dare una risposta ai disperati della terra, meno si puó dare risposte alle comunitá straniere. Il tema é assai delicato. La comunitá italiana, mi é parso di capire, si trova in un momento nel quale cerca di capire come evolve la situazione. La nostra delegazione é servito anche a questo; a tendere un ponte tra Collettivitá e autoritá locali. La nostra presenza é servita a far capire alle autoritá venezolane che gli italiani non sono soli: c’é un Parlamento dietro di loro.


– Altre constatazioni rilevate da questa vostra breve permanenza? Cosa riferirete in Italia?


– La Commissione – ci dice – lavora da ormai tre anni. Io ho agito nell’ambito dell’emigrazione anche nella scorsa legislatura. Credo di conoscere abbastanza bene le Comunitá italiane all’estero. E nell’ambito di quelle latinoamericane considero che quella italo-venezolana abbia una forte soliditá. Ed anche una problematica diversa da quelle dell’Argentina, del Brasile e di altri Paesi. E’ evidente che oggi il Venezuela dovrá affrontare gravi problemi. Ma sono sicura che riuscirá a superare tutti gli ostacoli. E’ un Paese ricco.


– Cosa é stato chiesto con maggior forza dalla nostra Collettivitá?


– Il Parlamento – afferma – deve fare ordine ad una selva di leggi che, oggi, non rispondono piú alla realtá dei fatti. Bisogna lavorare insieme. Gli indigenti ci sono. Purtroppo, sono una realtá. Abbiamo ascoltato i Patronati ed altri rappresentati della Collettivitá, che ci hanno esposto i loro problemi.


– In Parlamento riposa una legge sul riacquisto della cittadinanza…


– Si, ma questa non si potrá mai approvare se non si ha un quadro complessivo delle nostre Collettivitá. La paura dei Governi é che, al riaprire i terminipossa scatenarsi una valanga di richieste. Vi é poi la situazione annosa della pensione sociale. Anche qui, se non si realizza un monitoraggio serio e complessivo, difficilmente si potrá andare avanti.


Per concludere sostiene che é indispensabile “una relazione tecnica che permetta di valutare opportunamente la copertura dell’assegno sociale”.


– Relazione tecnica – precisa – sono i numeri. L’assegno sociale ha bisogno di una copertura. Quanti sono gli italiani bisognosi? Tradotto in cifre, quanti soldi sono? E questi soldi come verranno impiegati? Senza questa relazione tecnica, la legge non si potrá fare.