Polemiche sulla presenza italiana in Iraq

CIAMPINO.- La salma di Simone Cola, il maresciallo dell’esercito ucciso l’altro giorno nei pressi di Nassiriya è stata accolta all’aereoporto di Fiumicino.
La bara, avvolta nel tricolore, è stata accolta da un gruppo di parenti e amici, quindi portata a spalla al cospetto del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che ha salutato con lungo raccoglimento la salma, poggiando le due mani sulla bara a imprimere un ultimo saluto.
Oltre a Ciampi, erano presenti il Presidente del Senato Marcello Pera e il ministro della Difesa Antonio Martino, il Vicepresidente del Consiglio Marco Follini, il Vicepresidente del Senato Domenico Fisichella, il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta, il Segretario dei Ds Piero Fassino, e alti ufficiali delle Forze Armate. Subito dopo il saluto del presidente della Repubblica, il drappello che ha portato a spalla il feretro si è allontanato dalla zona della pista di Ciampino, seguito dalla vedova di Simone Cola, Alessandra.
La donna, accompagnata da uno psicologo dell’esercito, ha percorso il tragitto fino al carro funebre accarezzando la bara.
Dopo l’omaggio reso da parenti e amici, il carro funebre con a bordo la salma ha lasciato l’aeroporto di Ciampino, scortato da carabinieri motociclisti. Attorno al carro, numerosi militari con il basco azzurro, come quello del maresciallo ucciso, che hanno reso omaggio con il saluto militare.
La salma è stata portata all’Istituto di Medicina legale dell’Università La Sapienza di Roma, dove oggi sarà eseguita l’autopsia.
Poi il feretro sarà restituito alla famiglia per le esequie: i funerali di Stato si terranno domani a Ferentino (Frosinone), nella cattedrale dove Simone Cola si era sposato.
Il sottufficiale è stato colpito a morte giorni fa da una raffica di arma da fuoco mentre era in volo in elicottero in supporto di una pattuglia della coalizione che era stata attaccata nell’abitato di Nassiriya.
Il governo riferirà sulla vicenda in Senato domani.
Sono circa 3.200 i militari italiani delle diverse armi presenti a Nassiriya, nel sud dell’Iraq e la morte di Cola ha riacceso le polemiche fra maggioranza e opposizione sulle modalità e i tempi di ritiro del contingente.
Ieri diversi quotidiani hanno scritto che la decisione dell’Italia di inviare gli elicotteri blindati Mangusta in Iraq potrebbe arrivare nelle prossime settimane, forse addirittura nei prossimi giorni, anche se il ministero della Difesa ha chiarito che non è strettamente legata alla morte del militare italiano a Nassiriya.
Lo ha detto il generale Filiberto Cecchi, Capo del Comando operativo interforze (Coi) in diverse interviste rilasciate ai principali giornali italiani.
– Stiamo valutando se l’innalzamento della tensione registrata negli ultimi tempi giustifichi l’impiego dei Mangusta. Ma la nostra decisione non sarà collegata a questo singolo episodio, bensì all’analisi globale della situazione operativa sul terreno – ha detto il Generale in un’intervista al quotidiano La Repubblica.
In un’analoga intervista alla Stampa, Cecchi ha aggiunto che “la situazione è tale che non si può escludere che i nostri uomini siano bersagli di altre possibili offese … Il Mangusta è più idoneo una in situazione che noi definiamo di media-alta intensità operativa, cioé in conflitto aperto, con sorgenti di fuoco ben individuate che devono essere neutralizzate”.
Il premier Silvio Berlusconi ha definito la morte di Cola “un dolorosissimo sacrificio”, atto a consentire ad un paese come l’Iraq di poter trovare la democrazia e la libertà dopo anni di dittatura.