Vincenzo Sanfo, un mecenate dell’arte italiana

Vincenzo Sanfo é il presidente del “Centro Italiano delle Arti e la Cultura” di Torino, grazie al suo impegno l’arte italiana viene promossa all’estero: Francia, Giappone, Cina, Messico… ed anche Venezuela. Qui a Caracas ha portato Mimmo Rotella, l’artista dei manifesti stracciati, il giovane Roberto Mineo, con le sue foto-sculture, e adesso Rabarama. Un appassionato d’arte, un collezionista che con ottimismo punta sul futuro e rilancia: “largo ai giovani”. Dopo le precedenti mostre che lei ha organizzato, arriva qui a Caracas Rabarama, che accoglienza s’aspetta? Sono certissimo che verrá accolta bene, perché ho una esperienza di una serie di mostre fatte da Rabarama nel mondo, in paesi anche molto lontani dalle nostre culture, come la Cina e il Giappone, ed é stata accolta in maniera trionfale, la sue mostre sono sempre piú richieste.Sono sicuro anche qui in Venezuela avrá successo, come in Messico, come a Miami dove é diventata una sorta di personaggio mitico Difatti la sua scultura ha una particolaritá rara per l’arte del novecento: é compresa e amata dal pubblico Difatti.La sua capacità é coniugare assieme la scultura di tradizione classica neo-michelangiolesca,quindi basata sulla figura umana, facilmente comprensibile dal grande pubblico,con un connotazione molto personale, che sono questi elementi innestati sul corpo. Devo dire che é molto apprezzata dai giovani, che nelle sue sculture ci leggono qualcosa di urbano, vicino al tatuaggio, alla tribalitá che corre nelle nostre societá contemporanee. Prima di lei, sono venuti Mimmo Rotella e Roberto Mineo,con loro come é andata? Dai dati che mi ha riferito l’Istituto Italiano di Cultura hanno avuto una buona accoglienza, devo dire che Rotella non é una sorpresa, é uno dei grandi artisti italiani, conosciuto in tutto il mondo. Le sue opere sono nei maggiori musei, Moma, Pompidur, le sue opere si disputano a centinaia di migliaia di dollari, é un artista collaudato, ma ha anche lui la fortuna di aver trovato un filone che é immediato, che é quello del cinema, della pubblicitá, quindi immagini che sono universali, trasversali alle varie culture. Roberto Mineo é un giovane che dopo quindici anni di lavoro, e dopo l’insistenza di varie persone che gli chiedevano di esporre le sue opere, quest’anno ha iniziato il suo percorso con una serie di mostre in mezzo mondo. Sono molto soddisfatto di aver portato tre artisti di enorme interesse. Lei si occupa di portare l’arte italiana in giro nel mondo, é un lavoro duro? Non é facile per niente, io sono Presidente di una associazione :il “Centro Italiano delle Arti e la Cultura”. Siamo un gruppo di appasionati all’arte, e collezionisti, ci consideriamo una specie di missoniari che vanno predicando in giro il proprio verbo. Portiamo avanti le cose in cui crediamo. l’Italia é un tale bacino di beni culturali, sia dell’antichitá che del presente. Vale la pena farla conoscere. E le istituzioni italiane la aiutano in questo? Al di lá dell’aiuto che ci danno le singole strutture locali, come l’Istituto Italiano di Cultura qui a Caracas che si é prodigato molto, non é che ci sia un grandissimo aiuto da parte del nostro governo.Peró si fa quel che si puó, per il momento abbiamo mostre che girano in tantissime parti del mondo, in Giappone, in Sud America,in Cina, in Australia, in Francia A proposito, quali sono i paesi piú interessati alla nostra arte? Senza dubbio la Francia. Loro ci vedono come cugini, ci vedono con distacco, ma c’invidiano la capacitá creatrice.Stiamo facendo grandi attivitá in tutto il sud-america, speriamo di andar bene anche qui in Venezuela. Un rapporto d’amore che continuerá tra Italia e Venezuela? Sicuramente, é la prima volta che vengo a Caracas, la vedo bellissima, piena di verde, spero di poterla visitare meglio al prossimo Festival Italiano. Cambiamo argomento, nel panorama artistico contemporaneo che posto occupa l’Italia? Nel panorama internazionale questo é un momento favorevole per l’arte italiana, nata da alcuni fattori positivi, come la nascita della Transavanguardia di Achille Bonito Oliva, che ha creato un circolo virtuoso attorno all’arte italiana e rilanciato la pittura, con ottimi frutti: ha aperto la strada a molti grandi artisti che si sono convertiti improvvisamente alla pittura. Io vedo dalla ricchezza di mostre che si organizzano che l’Italia si sta muovendo bene, necessiterebbe un po’ piú di struttura peró. Un po’ piú di struttura, un messaggio cifrato? Si, al momento c’é ben poco, speriamo che il governo si accorga che l’arte non é solo un bene di lusso, o solo un capriccio per pochi, ma é un bene che porta grossi risultati economici. l’America e l’Inghilterra che hanno speso molto intorno al mondo dell’arte oggi recuperano dal mercato d cifre non indifferenti, se noi pensiamo che l’Inghilterra in un certo periodo si é appoggiato attorno ai Beetles per far andar bene la bilancia dei pagamenti, insomma non é un capriccio per pochi. D’altronde se si vende un’opera d’arte a centinaia di miglia di dollari, questi possono tornare in Italia, quindi assieme al vino e alla moda bisognerebbe fare un pensierino sull’arte. L’orinatoio di Duchamp é stata considerata da alcuni critici l’opera del secolo, cosa ne pensa? Ë un’opera che ha segnato un tempo, ha scavalcato l’arte, portando l’opera d’arte nell’oggetto quotidiano. Cosa ci dice Duchamp? Che qualsiasi cosa puó essere un’opera d’arte se vista con gli occhi dell’artista, l’artista puó stravolgere una cosa qualsiasi di uso comune, e farla diventare una opera d’arte, in questo é un’opera fondamentale. Era essenzialmente una opera provocatoria, Duchamp non usó neanche il suo nome per firmarla? Questo é certo. Sono secoli che si parla di morte dell’arte, ma l’arte sta cosí male? L’arte non morirá mai, finché ci sará una persona al mondo viva avrá bisogno di qualcosa che non sia solo mangiare e bere, c’é anche una esigenza spirituale interna, e questa é l’arte, Apre i confini. O forse bisognerá iniziare a cambiare i canoni consueti, e considerare che anche la moda, per esempio, é arte? Non é arte in sé, é comunque una espressione artistica, abbiamo personalitá come Cappucci, che sono sarti straordinari, perché costruiscono vere e proprie architetture. Quindi é arte perché é un momento della creativitá, da questo peró a fare paragoni con Michelangelo e Raffaello ce ne passa. Sempre Michelango e Raffaello, non rischiamo peró di rimanere ingabbiati nel passato, la veritá é che é tempo che l’Italia ha lasciato il primato. In parte é vero, ci sono cicli storici, l’Italia ha generato personalitá cosí storiche e straordinarie nel Rinascimento, é difficile il ripetersi di una concentrazione di tali talenti: chissá quando capiterá di nuovo.Ma se pensiamo alla Francia, che dopo l’impressionismo non ha avuto nulla di fondamentale,va detto lo stesso. E’ normale. Peró ripeto, l’Italia ha in questo momento un movimento d’artisti straordinario, solo che l’arte é un po’ lenta, ha dei tempi di maturazione piú lenti rispetto ad altre cose, l’arte quando é vera arte é difficile da capire, quindi dopo un primo momento di rigetto, l’arte si fa strada, si fa comprendere. Non siamo nel Rinascimento, ma é un grande momento storico, basti pensare che l’Arte Povera é nata in Italia, la Transavanguardia é nata in italia, sono due movimenti che piaccia o non piaccia sono nella storia, hanno rivoluzionato nel loro piccolo il mondo dell’arte. Insomma ad ascoltarla c’é da essere speranzosi? Un futuro radioso, si direbbe Ripeto, io che frequento il mondo dell’arte italiano vedo artisti di straordinaria capacitá La capitale dell’arte é ancora dall’altra parte dell’oceano, é ancora New York? Quella é la capitale economica, é un’altra cosa, lí c’é il mercato, ma il mercato spesso muove cose senza valore storico, che non rimangono. Molti sono fenomeni solo mediatici e commerciali. Ma anche il rinascimento fu un questione economica, in fondo L’arte é condizionata dagli aspetti economici, peró tutto rende giustizia, pensiamo che un artista come Giotto fino a pochi anni fa era sconosciuto, considerato un minore, ma era un artista che ha dato il via a tutto. A lei che si occupa d’arte, é d’obbligo una domanda, cosa le sembrano le donne venezuelane? (Sorride) Dicevo con Gilardi, il paesaggio é bellissimo, intendevo questo Per questo verrá spesso a Caracas? Ci torneró molto volentieri