Fini al CGIE: «Patriottismo non è nazionalismo»


Roma.- In partenza prima per Berlino poi per il Marocco, il neo Ministro degli Esteri e Presidente del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero (CGIE) Gianfranco Fini ha voluto presenziare all’ultima giornata della Plenaria .


– Mi spiace essere arrivato solo alla fine – esordisce – ma sono contento da un lato per l’amicizia che mi lega al Ministro Mirko Tremaglia che, sinceramente, non mi avrebbe perdonato l’assenza; dall’altro perchè conosco, in vent’anni di impegno politico, le problematiche degli italiani oltre confine.


Al centro dell’intervento del leader di Alleanza Nazionale l’importanza del lavoro di squadra, ricordando le parole che il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha rivolto alle autorità cinesi nel suo ultimo viaggio. – In epoca di globalizzazione – riprende – di libera circolazione e di accorciamento delle distanze, senza collaborare rischiamo di venire scalzati. L’Italia non è una grande potenza e non può permettersi di chiudersi in una torre solitaria.


A chi accusasse il CGIE e i suoi sostenitori di un antistorico e superato nazionalismo Fini risponde sicuro che «partecipare a questi lavori non vuol dire altro che difendere la propria identità, senza appellarsi a quei principi di superiorità che nei decenni passati hanno determinato disastri mondiali. Significa – aggiunge – farsi portatori di un sano patriottismo».


Tremaglia ha invitato il Ministro a rendersi portavoce delle comunità italiane presso una classe politica nazionale che, invece, «troppo spesso ignora le nostre istanze» ha accennato, riassumento l’intervento all’Assemblea. Immediata la risposta di Fini, che ha spiegato quanto a livello istituzionale ci sia effettivamente un ritardo nel dibattito e nella percezione della società. Non c’è la completa consapevolezza che sia importante collaborare con gli Ambasciatori, i Consoli, le rappresentanze significative del Sistema Italia. – Ma tale consapevolezza – ammette – io ce l’ho, e tenterò di lavorare per competere, difendere e diffondere l’identità del Paese.


La prossima occasione d’incontro è prevista tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo. Per quella data il CGIE ha ottenuto una promessa importante, la presenza del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi alla Conferenza Stato-Regioni-CGIE, «a dimostrazione di un concreto gioco di squadra che tenti di risolvere i problemi elettorali che ci sono e che è inutile negare. Primo tra tutti quello dell’Anagrafe Consolare, il cui elenco sarà completato anche in collaborazione col Ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu».Nel lungo discorso a braccio, Fini parla anche dell’esigenza di rimodernare la rete diplomatica, ormai obsoleta, «perchè non rappresenta più l’Italia di oggi ma è legata alla figura che all’estero avevamo cinquant’anni fa – confessa il Presidente del CGIE -. Vorrei che questa diventasse una priorità dei prossimi dibattiti, dato che la situazione delle comunità italiane, al di fuori di quelle dell’Unione Europea, non è affatto semplice».


All’invito a partecipare, il Segretario Generale del CGIE Franco Narducci coglie l’occasione per chiedere un ruolo più incisivo, maggiore possibilità d’intervento, così come prevede la legge. -E’ giusto che la legge venga rispettata – dice l’ex Vicepremier – e non posso che auspicare di essere messo nelle condizioni di riportare il parere del CGIE.In vista delle politiche del 2006, quello degli elenchi degli aventi diritto al voto (Aire e anagrafe consolare, ndr) è certamente uno dei primi impegni da affrontare. Fini ha dichiarato di voler affrontare al più presto la questione con i ministri Tremaglia e Pisanu, affinché «non ci siano ulteriori ritardi e per evitare che si creino situazioni paradossali», per cui chi ha il diritto di voto non riesca ad esercitarlo e chi lo ha perduto continui ad essere iscritto nelle liste elettorali. – Conoscere la platea degli aventi diritto all’elettorato attivo, ma anche passivo, è doveroso – ha spiegato Fini – per rendere evidente che la futura presenza in Parlamento di deputati e senatori eletti nella circoscrizione estero non è un cadeau, un riconoscimento romantico fatto al Ministro Tremaglia, ma un investimento dell’Italia sulle potenzialità e risorse che al sistema Paese possono giungere dagli italiani residenti all’estero.