Una battaglia vinta un successo di tutte

CARACAS:- È solo un granello di arena ma nel cammino delle rivendicazioni delle donne italiane nel mondo pesa quanto una montagna: una donna italiana, di Belluno, è riuscita a trasmettere la sua nazionalità a figli nati prima del 1948. La sentenza favorevole, la terza nel mondo, emessa dal Tribunale di Venezia, è stata ottenuta dall’avvocatessa Teresina Giustiniano che, per l’occasione, ha lavorato insieme all’avvocato italiano Eugenio Consorti. Grazie a loro la signora Alba Raquel Gamba sposata con il venezuelano Ramón García Salazar, ha potuto trasmettere la sua nazionalità anche ai suoi tre primogeniti Antonio Ramón, Evelia Raquel e Ubaldo Ismael che, contrariamente agli altri tre nati dopo il ’48 non avevano potuto accedere a questo diritto.

È stata una grossa vittoria – ci dice soddisfatta l’avvocatessa Giustiniano che è anche membro del Comites di Caracas – ottenuta dopo due anni e mezzo di lavoro. Ne siamo realmente contenti anche se questo diritto dovrebbe essere sancito dalla legge ed esteso a tutte.-

Attualmente la donna italiana può trasmettere la sua nazionalità unicamente ai figli nati dopo il 1948.


– È da quell’anno – spiega Teresina Giustiniano – e cioè dal momento in cui è andata in vigore la Costituzione italiana che la donna diventa soggetto di diritto. Prima, secondo il codice fascista, la donna era oggetto di diritto e dipendeva dal marito per tutto ciò che aveva a che vedere con cittadinanza. Automaticamente, senza nessuna possibilità di decisione, assumeva quella del marito al momento del matrimonio e ovviamente, non aveva alcun diritto di trasmetterla ai figli. La Costituzione italiana ha cambiato questa situazione dichiarando la parità tra l’uomo e la donna.-

Purtroppo, nonostante il principio di eguaglianza sancito dalla Costituzione, ancora oggi sussiste la discriminazione tra figli nati prima e dopo il 1948.

La distorsione sorge perchè il diritto di famiglia che si basava su una legge del 1911 è stato riformato nel 1983 e in quell’occasione è stata dichiarata l’illegittimità costituzionale dell’articolo che prevedeva che unicamente il padre poteva trasmettere la nazionalità. Ma, per chi è nato prima del ’48, sorge il problema della retroattività della dichiarazione di incostituzionalità. Insomma sarebbe necessaria un’altra legge per superare questa gravissima discriminazione che ancora oggi colpisce noi donne e soprattutto noi donne italiane all’estero. E crea situazioni anomale in famiglie in cui alcuni figli sono italiani perchè nati dopo il 48 e altri no, perchè nati prima. Era il caso della mia cliente che ha sei figli di cui tre erano italiani e tre no. Per fortuna il Tribunale di Venezia ha dato un’interpretazione della legge favorevole a noi e oggi tutti e sei i figli sono italiani.-

Teresina Giustiniano, laureata in Italia dove, dall’80 è iscritta all’albo degli avvocati, ha sempre seguito con particolare attenzione i casi legati al diritto di famiglia e in particolare a quelli delle donne. Battaglia che ha proseguito in Venezuela, dove ha ottenuto una seconda laurea e di conseguenza l’abilitazione ad esercitare come avvocato. In particolare ha abbracciato con passione e tenacia la causa delle donne italiane all’estero. Battaglia che ha portato avanti anche in tutte le assisi in cui si riuniscono le donne emigranti nelle quali ha messo l’accento sulle discriminazioni legali di cui sono ancora vittime. Alcune battaglie sono state vinte altre, come quella della trasmissione della nazionalità a figli nati prima del ’48, ancora no. Assurda discriminazione che si mantiene nonostante i passi avanti fatti dalle donne negli ultimi decenni.


– È assurdo – aggiunge Teresina Giustiniano – sotto tutti i punti di vista. Basta pensare che nelle famiglie è soprattutto la madre quella che trasmette i valori, le tradizioni, la cucina, insomma tutto il bagaglio culturale legato ad una nazionalità.-

Il successo ottenuto da Teresina Giustiniano e il suo collega italiano Eugenio Consorti è un successo di tutte noi, donne italiane all’estero, che da tempo lottiamo per una reale parità di diritti tra uomini e donne. Ed è un orgoglio per l’intera comunità del Venezuela dal momento che, grazie alla bravura di una “nostra” avvocatessa e del suo partner italiano, siamo riusciti ad ottenere una sentenza favorevole, la terza fino ad ora nel mondo.