Un bimbo muore di fame ogni 5 secondi


ROMA.- Il mondo sta facendo lenti passi in avanti verso l’obiettivo di dimezzare la fame nel mondo entro il 2015, ma può ancora farcela se raddoppierà gli


sforzi, hanno detto ieri le Nazioni Unite. In media ogni cinque secondi un bambino muore di fame, ha detto la Food and Agriculture Organisation (Fao) nel suo rapporto annuale. Otto anni dopo la promessa fatta ad un vertice nel 1996 e con ancora 11 anni davanti, poche persone sono state liberate dalla morsa della fame e il numero delle persone malnutrite, dopo essere calato ai primi degli anni 90, sta salendo di nuovo.


La Fao stima che circa 815 milioni di persone nel mondo in via di sviluppo e 28 milioni nei cosiddetti paesi ex comunisti hanno troppo poco cibo per condurre vite attive e produttive.


Si tratta di appena nove milioni in meno del 1990-2, gli anni considerati la soglia di riferimento per misurare i progressi.


– Il numero di affamati resta troppo alto, i progressi inspiegabilmente bassi e il prezzo delle vite rovinate e delle risorse sprecate incalcolabilmante alto – ha detto Lynn Brown della Banca mondiale in una prefazione alla ricerca. Tuttavia, il rapporto annuale della Fao, dal titolo «Insicurezza dell’alimentazione nel mondo», presenta segnali di speranza. Il numero di persone affamate nell’Africa subsahariana continua a salire, ma più lentamente di alcuni anni fa e, con una popolazione in crescita, la percentuale degli affamati è calata dal 36 al 33%.


Più di 30 paesi, inclusa la popolosa Cina, hanno ridotto la diffusione della fame di almeno un quarto.


La Fao ritiene che l’obiettivo di riduzione della fame, sebbene ancora lontano, è «sia raggiungibile che affrontabile» e anche piccoli sforzi, se ben indirizzati, potrebbero fare la differenza. La fame deve essere affrontata sotto due aspetti, scrive il rapporto: aumentando la produzione agricola nei paesi poveri e incanalando gli aiuti verso i più deboli e le mamme con i bambini.


L’assistente al direttore generale della Fao Hartwig de Haan ha posto speciale enfasi sui più giovani.


«Oggi i bambini di due anni sottopeso rappresentano un fardello per i futuri decenni a meno che non siano meglio nutriti. Resteranno menomati mentalmente e fisicamente per il resto della loro vita», ha detto .


La Fao stima che i potenziali proventi perduti da queste persone nell’arco della loro vita, anche se sono agricoltori in grado di provvedere alla loro sussistenza, è compreso tra 500 e 1000 miliardi di dollari.


– Investire nella riduzione della fame è uno dei migliori investimenti da valutare – ha dichiarato de Haan.