Gli italiani del Venezuela al centro dell’attenzione


ROMA, (AISE).- “Gli italiani all’estero sono sempre stati una risorsa, mai un problema”. È Franco Narducci, Segretario Generale del Cgie, a prendere la parola dopo che Adriano Benedetti, Capo della Direzione Generale per gli italiani all’estero e politiche migratorie del Mae, aveva aperto i lavori dell’assemblea plenaria.


– Speriamo che il Cgie la prossima volta possa riunirsi alla Farnesina che è la sua naturale sede – ha esordito Narducci raccogliendo il primo applauso spontaneo della giornata -. Le nostre comunità sono dovunque e hanno avvertito le tensioni diffuse in tutti i Paesi. I 42 italiani rapiti in Venezuela, di cui ancora 4 nelle mani dei rapitori, ne sono l’esempio più drammatico. Chi vive all’estero – ha proseguito il Segretario Generale – è un’antenna che capta segnali sia dal Paese di partenza sia in quello di residenza.


Alla prima giornata dei lavori dell’assemblea plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero, riunitosi questa mattina a Roma, è intervenuto il secretario generale Franco Narducci che ha esposto la relazione del Comitato di presidenza. “Le comunità italiane all’estero – ha esordito Narducci – proprio perché diffuse in ogni continente, sono sintonizzate sulle tensión e sulle ansie del nostro tempo. Il 3° millennio non poteva iniziare peggio di così. Le situación drammatiche hanno superato la soglia di se stesse eil difficile e delicato passaggio che stanno attraversando le società di molti paesi in cui vivono i nostri connazionali ci spinge a cercare risposte che facciamo fatica a costruire. Penso in modo particolare alle crisi economiche e alla lunga stagnazione e purtroppo anche al fatto che a oggi manca una chiara indicazione di cambiamento di prospettiva”. “Vi sono situazioni drammatiche – ha aggiunto il secretario generale – delle nostre comunità che sono state discusse a lungo in alcune recenti riunioni continentali e sono ampiamente testimoniate sulla stampa italiana all’estero di origine regionale. Tanto più non comprendiamo i fatti denunciati da un grande cuotidiano italiano, quando accade cioè che in un paese come il Venezuela, dove la povertà miete vittime anche tra la popolosa comunità italiana, si restituisca al MAE la somma di 100 mila euro destinati all’assistenza dei connazionali indigenti, risorse che da almeno quattro anni hanno visto il Cgie prodigarse affinché la legge Finanziaria recepisse di volta in volta la necessità di maggiori risorse da destinare al capitolo dell’assistenza diretta”. “Si sta facendo sempre più forte il grido d’allarme,  captato soprattutto dagli Enti di Patronato, per le numerose richieste di restituzione degli ‘indebiti’ accertati con l’operazione ‘Red Estero’ sulle maggiorazioni sociali. Si tratta di somme che spesso consistono anche in 3-4 mila dollari, che i riceventi hanno speso e non sono in grado di restituire, anche perché l’indebito trae parzialmente origine della conversione dei redditi locali in euro fissata due anni fa, allorché la moneta europea non aveva il valore attuale. Siamo di fronte a un esempio concepito per aiutare a sostenere i pensionati anziani residenti all’estero, che in questi casi sta producendo ora l’effetto contrario a quello che ne aveva ispirato la concezione”. Narducci ha poi toccato nel corso del suo intervento i temi relativi al finanziamento ai Comites, alla legge Finanziaria 2005, all’anagrafe dei cittadini italiani residente all’estero, al ruolo degli enti di patronato all’estero e alla riforma della legge 153. Per concludere,  il segretario generale ha parlato dei giovani italiani all’estero: “Venerdì mattina – ha detto – sarà presentata l’indagine voluta dal Cgie e finalmente approdata a conclusione. Il prossimo obiettivo è mobilitare osa Conferenza dei giovani italiani all’estero che di questo passo rischia di invecchiare irrimediabilmente”.