Gli italiani come protagonisti


Chi lo conosce sa che non é nuovo ad avventure editoriali di questo calibro. Ne sono riprova l’ Atlante della Cartografia Storica, Doña Bárbara ed anche Itala Gente, opere queste che portano la sua firma inconfondibile. Ora Enzo Papi ci propone un’altra opera, non certo meno impegnativa.- Non sono nuovo a trattare la presenza italiana fuori d’Italia ed in particolare in Venezuela – ci spiega Papi, per poi ricordare che “Itala Gente é forse una delle piú importantipubblicazioni sulla presenza italiana nel Paese”.


– Questa nuova iniziativa – aggiunge – va piú in la di “Itala Gente”. La motivazione é assai semplice da spiegare. Per un momento consideriamo cosa ha significato nel mondo la nostra emigrazione; quel fenomeno che oggi non esiste piú. L’Italia, lo sappiamo molto bene, ha smesso di essere terra di emigranti per trasformarsi in terra di immigranti. Per cui ho pensato sia, oggi, doverosa una riflessione, la realizzazione di un’opera che illustri la nostra presenza non in un singolo paese ma nel mondo. Ho elaborato il progetto, rifacendomi naturalmente alle mie precedenti esperienze editoriali- Quali?- Ma tante! – ci dice subito -. Possiamo citare le prime opere, quelle pubblicate a cavallo tra gli anni ’60 e ’70. Troviamo l’”Atlante della Cartografia Storica”, l’opera commemorativa del bicentenario di Rafael Urdaneta, l’edizione dei Presidenti del Venezuela, “Doña Barbara”. Quest’ultima é senz’altro una delle migliori a livello mondiale. Voglio aprire una parentesi: da circa un anno sto facendo il pendolare tra Canadá, Ecuador ed il resto dell’America Latina.Mal celando il suo orgoglio di editore, Papi prosegue affermando che “le edizioni realizzate da me in Venezuela non sono mai state fatte in altri paesi latinoamericani”.


– Mi riferisco alle caratteristiche editoriali – precisa subito -. La cura nella realizzazione non ha precedenti. Ho pubblicato anche opere alquanto importanti in Italia, come ad esempio “Benedetto Croce”. E ne ho pubblicata una che esula, nel contenuto, da tutte le precedenti: quella sul terzo scudetto della Roma.- Come e quando é nata l’idea di un’opera cosí impegnativa come quella che fotografasse la nostra presenza nel mondo?- L’avevo giá da tempo in mente – commenta -. Una volta elaborato il progetto, mi sono dedicato ad una ricerca approfondita sull’America. Non dimentichiamo che é qui, in questo continente, dove ho messo radici. Quindi ho presentato il progetto al nostro ministro degli Italiani nel Mondo, on. Tremaglia. Gli ho spiegato quanto importante fosse un’opera orientata a registrare la nostra presenza, quella di tutti gli italiani, nel mondo.Spiega che l’opera si dividerá in tre volumi. Il primo fotograferá la realtá americana; il secondo, quella in Africa, Asia e Oceania; quindi, in ultimo l’Europa.- Avremo edizioni in tre lingue – afferma Papi -: italiano, inglese e spagnolo. Ci sará anche un’edizione, appena mille o mille 500 copie, in portoghese, per la grande comunitá residente in Brasile.Spiega che nel volume che interessa il continente americano verrá ripercorso il cammino di Colombo. Sottolinea che “si fará luce su tanti personaggi in Italia sconosciuti, come ad esempio Giacomo Castiglione, che fu il fondatore della prima cittá in terra ferma, lá dove ora sorge Cumaná”.


– Ci sará una radiografia dei primi cronisti, dei primi costruttori – prosegue con entusiasmo contagiante -. Quindi, anche una panoramica della presenza italiana nella colonia fino ad arrivare alle guerre per l’indipendenza Non mancheranno articoli che illustreranno il nostro contributo in ogni Paese latinoamericano; in ogni aspetto della vita pubblica e privata. Nomi importanti ve ne sono moltissimi. Gli italiani hanno sempre dato tantp ovunque sono emigrati.- Traccerete un profilo della nostra emigrazione dalle origini, dalla formazione di ogni nazione come tale?


– Dipenderá esenzialmente dal materiale che riusciremo a raccogliere – ci dice -. A volte, a differenza di quanto é accaduto in Venezuela, vi é una carenza importante di storiografi impegnati nella ricerca in questo particolare settore: la presenza dell’emigrazione italiana.


A differenza di altri, Papi, nonostante si sia trasferito in Italia, non ha rotto i ponti col Venezuela. Ed in effetti, l’intervista si svolge in un’amplia sala del suo appartamento, tra casse imballate e grosse scatole. E’ rompendo il silenzio che spadroneggia in questa sala che ci conferma:- Sto giá lavorando in questo progetto, con la collaborazione di alcuni redattori che stanno raccogliendo informazioni nelle biblioteche e nei nostri Istituti di Cultura. La prima ricerca, quella sulle Americhe, dovrebbe concludersi a dicembre. E’ la prima parte dell’opera dovrebbe vedere la luce a luglio o a settembre del prossimo anno. Qui in Venezuela, come d’altronde in Argentina, Brasile, Cile, Ecuador e Uruguay abbiamo tantissimo materiale. Stiamo cercando di metterlo tutto assieme, in modo da poter trattare ogni singolo settore. In quest’opera saranno presenti gli italoani piú meritevoli, quelli che hanno lasciato una traccia nella storia ed hanno contribuito allo sviluppo dei singoli Paesi.


Assicura, non senza un certo timore, che il lavoro piú difficile sará affrontato quando si parlerá dell’Africa e dell’Asia.- In questi continenti – aggiunge -, la presenza italiana é stata certamente importante, ma non puó assolutamente paragonarsi a quella nelle Americhe.Poi, dopo una breve pausa, ci dice sorridendo:- Non vorrei peccare di presunzione, ma sono sicuro che sará un’opera che soddisferá i nostri lettori e sará di consulta obbligata per qualunque ricercatore.