Cresce la paura


BARQUISIMETO.- Il numero di sequestrati italiani o di origine italiana va in vertiginoso aumento. Siamo arrivati a quota cinque in pochissimi giorni. Dopo il rapimento di Mario Apruzzese avvenuto a Ciudad Ojeda, un altro italiano, Renzo Secchi, è stato intercettato nei pressi della sua azienda agricola da cinque uomini armati che lo hanno caricato a bordo di una macchina e sono scappati via. 51 anni, bellunese di nascita, Secchi risiede ormai a Caracas e solo di tanto in tanto andava ad Aroa, municipio al nord di Barquisimeto, per seguire le attività della sua azienda agricola dedita anche all’allevamento di bestiame. Delle indagini si stanno occupando la Guardia Nacional di Aroa e la CICPC di San Felipe. Immediatamente si sono recati sul posto anche il tenente colonnello Filippo Bonfiglio della Polizia di Stato italiana e il colonnello dei Carabinieri Franco Fantozzi, membri della missione antisequestro inviataci dal Ministero degli Esteri italiano. La loro presenza fra di noi, lo reiteriamo ancora una volta, è sempre più necessaria. Nonostante voci isolate che si attaccano alle funi del cielo per sterili polemiche, resta il fatto che la nostra collettività è spaventata ed in pericolo.


Posizioni economiche consolidate e per molti versi evidenti, disponibilità delle famiglie al pagamento, sono alcune delle ragioni che rendono i nostri connazionali bersagli privilegiati di rapitori che hanno origini diverse: delinquenza comune, guerriglia, paramilitari. La verità è che il sequestro diventa, giorno dopo giorno, una delle vie più facili e rapide di guadagni

importanti. Il classico “colpo grosso” che quasi sempre finisce bene per i delinquenti. È una realtà con la quale bisogna confrontarsi perchè nascondere la testa sotto terra risulterebbe estremamente dannoso. In varie riunioni con la collettività Bonfiglio e Fantozzi hanno illustrato l’importanza della prevenzione e hanno anche spiegato che, per ora, il fenomeno è destinato a crescere.


È ovvio che in una situazione del genere nessuno può illudersi che la loro sola presenza riesca a renderci immuni da sequestri. Il loro aiuto resta però importantissimo. Per insegnarci le regole di prevenzione e soprattutto, nel dopo sequestro, quando inizia il calvario delle trattative con i rapitori. Capire i meccanismi della delinquenza, capire i messaggi che invia e che a volte indicano anche se il sequestrato è in vita oppure no, è complicato. Nella disperazione dell’attesa è praticamente impossibile per un familiare mantenere la serenità necessaria per affrontare situazioni che a volte si prolungano per mesi. Ugualmente difficile è sapersi districare tra i vari corpi di Polizia e Guardia Nacional. Sono tappe dolorosamente esasperanti. Ne sa qualcosa chi ha vissuto o sta vivendo l’incubo del sequestro.


Ecco perchè è importante che la collettività, lasciando da parte meschini personalismi, faccia sentire la sua voce affinchè la missione antisequestro, diventi permanente.