CARACAS:- Quattro serate, a Caracas e a Maracay, dedicate alla nostra storia, alla storia di tutti coloro che negli anni più bui dell’Italia, hanno avuto il coraggio di affrontare oceani e montagne per costruire un sogno. Tournèe, organizzata dal nostro giornale con gli auspici dell’Ambasciata d’Italia, l’Istituto per il Commercio Estero e l’Istituto di Cultura, all’interno del Festival Italiano e in particolare della Settimana della Lingua, durante la quale l’editorialista del Corriere della Sera e scrittore Gian Antonio Stella e la Compagnia delle Acque, diretta da Gualtiero Bertelli hanno presentato due spettacoli tratti dai libri L’Orda e Odissee. Due libri nati da una puntigliosa ricerca grazie alla quale Gian Antonio Stella, con serietà e rispetto, ha ricostruito l’amaro cammino degli emigranti italiani nell’’800 e ‘900 e di un’Italia sopraffatta dalla fame, le malattie, le differenze sociali. Nel corso dello spettacolo Stella riassume brani salienti del libro e Gualtiero Bertelli e gli altri componenti della Compagnia delle Acque, il pianista Paolo Favorido, le cantanti Giuseppina Casarin, Elena Biasibetti, Rosanna Zucaro, Cecilia Bertelli insieme ad Elisa Baldan che cura l’illuminazione dello spettacolo, hanno aggiunto la musica. È la colonna sonora della nostra emigrazione, canti antichi e nuovi che con struggenti musiche e parole parlano di addii e nostalgie, di speranze e dolore. Un insieme di canzoni che sono state ritrovate negli archivi dimenticati del passato con uguale passione e uguale serietà. L’insieme delle musiche, le parole di Stella e stupende immagini degli anni della grande emigrazione e di quell’Italia triste da cui si partiva, hanno costruito spettacoli profondi, che nel riscatto del passato danno forza al presente. Gli stessi spettacoli sono stati presentati in Italia in più di cento teatri, a volte di fronte a platee di duemila persone. Pubblico e critica li hanno applauditi. Superando, per una volta, confini politici e sterili polemiche.
Eppure ricordare oggi quell’Italia richiede coraggio. È più facile dimenticare, è più facile credere che l’Italia era povera ma non tanto, che gli emigranti partivano per spirito d’avventura e non per fame, che l’Italia a loro deve poco perchè in fondo potevano anche restare. I libri di Stella smascherano questi luoghi comuni che fin troppo spesso ci accolgono quando rientriamo in Italia. La realtà dura che emerge dalle pagine dei libri L’Orda e Odissee e dalle musiche di Bertelli e la Compagnia delle Acque è ben diversa. Dirlo pubblicamente obbliga tutti a guardare in faccia quella realtà e soprattutto a guardare con occhi diversi, più rispettosi, più grati, tutti coloro che hanno affrontato l’ignoto in condizioni terribili. È vero i nostri pionieri sono state persone coraggiose, forti, molto più forti di chi, nonostante tutto, ha deciso di restare in patria, ma non per questo le loro paure, le loro angosce, le loro nostalgie sono state meno taglienti. Hanno affrontato l’oceano stipati in navi che spesso si trasformavano in carceri mortali. Mentre in prima classe si ascoltava musica sinfonica e si preparavano banchetti prelibati le terze classi, quelle nelle quali si ammassavano gli emigranti, fino al 1905 non avevano neanche un tavolo in cui sedersi per mangiare dignitosamente.
Xenofobia e razzismo li attendevano quasi in tutto il mondo e noi, lo diciamo sempre con orgoglio, possiamo considerarci figli di un’isola felice. Il Venezuela ha sempre accolto con simpatia e generosità i nostri emigranti. Ma, nonostante ciò, gli emigranti hanno lavorato senza tregua. Hanno costruito dal nulla strade, ponti, edifici, hanno messo su fabbriche a conduzione familiare che poco a poco si sono trasformate nelle industrie di oggi. Nulla è stato regalato a quei nostri pionieri. Il Venezuela li ha accolti con generosità ma con altrettanta generosità loro hanno restituito lavoro, ingegno, creatività. Era quanto volevano fare altri connazionali in altre parti del mondo ma per loro l’accoglienza è stata ben diversa. Alcuni hanno pagato con la vita, altri hanno duramente sofferto prima di riuscire a costruirsi uno spazio dignitoso, uno spazio consono alle loro capacità. Alcuni, ancora oggi, soffrono dei mali della discriminazione.
Chi ce l’ha fatta ha avuto la grande soddisfazione di un riconoscimento nella patria d’origine e in quella di adozione. Per molti altri non è stato possibile neanche questo. Ne sappiamo qualcosa anche noi, che in un paese affogato nel petrolio respiriamo la miseria di migliaia e migliaia di persone e tra queste di tanti italiani, ormai anziani, spesso soli. Per tutti loro è importante ricordare, quel ricordo ci permette di restituire dignità ai loro sogni sciolti nel nulla, alle loro vite spezzate dalla miseria. Non per mancanza di capacità nè perchè abbiano lavorato meno degli altri. Solo per quel cumulo di momenti che compongono una vita e che non sempre ci conducono dove vorremmo.
Gian Antonio Stella e la Compagnia delle Acque hanno presentato i loro struggenti spettacoli a Caracas nel teatro del Celarg e nel Centro Italiano Venezolano e a Maracay nella Casa d’Italia. In ogni occasione i teatri si sono riempiti di un clima di forti emozioni. Le rappresentazioni nei nostri club sono state precedute da un’esposizione fotografica di alcune delle pagine della Voce d’Italia tratte dalle edizioni degli anni ’50 e ’60, gli anni dei pionieri. Ricordi nostri che si sono incrociati con quelli di altre comunità. Ricordi della grande famiglia di cui siamo orgogliosamente parte. A Caracas gli onori di casa li ha fatti il Presidente del Centro Italiano Venezolano, Vincenzo Libretti che ha ricordato con affetto il lungo cammino che la Voce d’Italia compie ormai da circa 55 anni accanto ai suoi connazionali. Un concetto sul quale è tornato anche il nostro Ambasciatore Gerardo Carante che ha ringraziato il giornale per essersi fatto promotore dell’iniziativa di invitare Gian Antonio Stella e la Compagnia delle Acque aggiungendo che sarebbe auspicabile la loro presenza nel prossimo Festival Internazionale di Teatro. In seguito ha parlato il direttore e fondatore del nostro giornale Gaetano Bafile che ha ricordato brevemente i momenti in cui gli emigranti italiani si riunivano nella Piazza Bolívar, soprannominata Piazza del pianto.
A Maracay invece la presentazione è stata fatta da Alessandro Pannini, Direttore di Cultura della Casa d’Italia, da Margherita Cavani, presidentessa della Società Dante Alighieri, anima di tutte le iniziative riguardanti la settimana della lingua a Maracay, e dalla Viceconsole Mariella Petricone. Erano presenti anche i coniugi Sindoni che hanno contribuito a rendere grande ed apprezzata la nostra comunità e ancora una volta hanno mostrato i veri valori dell’amicizia.Tutti hanno avuto parole di affetto ed elogio per il lavoro svolto durante più di mezzo secolo dalla Voce d’Italia. A nome di tutta la famiglia della Voce Marisa Bafile ha ringraziato i presenti ribadendo i valori che hanno motivato ieri la nascita del nostro giornale e che oggi continuano ad ispirare il lavoro di tutti.
Stella e la Compagnia delle Acque ha anche presentato una sintesi dello spettacolo nella scuola Codazzi e nell’Università Simón Bolívar. Due momenti molto importanti perchè l’emozione dei più giovani è stata spontanea e profonda. Due incontri ai quali tutti tenevamo moltissimo e per i quali ringraziamo gli organizzatori, la Preside Lucia Veronesi e i professori Giancarla Marchi ed Alessandro Baldi.