L’orgoglio del passato


La Voce d’Italia alle soglie dei suoi 55 anni di ininterrotta attività ha voluto partecipare al Festival Italiano per imporre una riflessione sul nostro passato e un’analisi del futuro. Il “nostro” passato è stato costruito da quei pionieri che fin dall’800 hanno varcato oceani spinti dalla necessità e animati da speranze, frustrazioni, paure ed emozioni. Il cammino che percorriamo ora è stato lastricato dal loro dolore, dalle loro miserie e anche dalla loro genialità, intelligenza e creatività. Oggi siamo quello che siamo grazie ai mille sacrifici, alla tenacia, alla forza di quegli emigranti che affrontavano le sfide di un mondo, spesso razzista che, per paura del diverso, era incapace di percepirne la ricchezza. Quel passato è stato ricostruito con la puntigliosità e serietà del miglior giornalismo da Gian Antonio Stella, editorialista del Corriere della Sera, in due libri di grande profondità, L’Orda e Odissee. Due libri che percorrono il passato per analizzare il presente. La xenofobia, il razzismo sono mali che le società generano, indipendentemente dall’evoluzione della tecnica, la scienza, la comunicazione. Sono mali che sorgono da sentimenti primitivi come la paura, la difesa del territorio, del piccolo benessere. Società e persone per le quali è più facile vivere in ambienti circoscritti da porte e finestre chiuse perchè aprire, anche solo uno spiraglio, significherebbe dare spazio alla responsabilità della libertà. Nessuno più di noi, ieri emigranti e oggi italiani all’estero, per creare nel mondo un fronte unito contro la filosofia del rifiuto.


Nessuno più di noi che abbiamo nel DNA il ricordo dell’esilio, dell’abbandono, del desiderio di casa. Il Venezuela, e noi delle seconde generazioni nate qui lo possiamo affermare con orgoglio, è stato un’isola felice per l’emigrazione degli anni bui. Piccole manifestazioni di xenofobia sono state ripagate abbondantemente da tanti gesti di amicizia e solidarietà. Ciò ci conferisce una maggiore responsabilità verso i popoli che cercano accoglienza e trovano intolleranza. In Italia ma non solo.


I libri di Gian Antonio Stella narrano il nostro passato, un passato del quale ci sentiamo orgogliosamente parte perchè è da quelle radici che sono sorte le attuali collettività. Gli emigranti erano persone diverse, con una marcia in più, quella della tenacia, della forza d’animo ma anche della voglia d’avventura, di novità. I libri di Stella, messi in scena da Gualtiero Bertelli e la Compagnia delle Acque, con una ricostruzione minuziosa di foto e musiche, ne sono un’ulteriore dimostrazione.


L’Italia si vanta dei connazionali che, in ogni parte del mondo, emergono nella cultura, nella ricerca, nella politica, nell’economia. Il merito dei successi di oggi lo dobbiamo ai pionieri di ieri, ed è in loro omaggio che La Voce d’Italia ha voluto dare il suo apporto ad un Festival che presenta uno scorcio del meglio dell’Italia. Il meglio della “nostra” Italia è possibile grazie a chi ieri ha allargato le frontiere del mondo, un mondo che altrimenti sarebbe rimasto “piccolo piccolo”.