Le speranze nostre e dell’America Latina

PORLAMAR.- Con le note degli inni nazionali, che hanno conferito solennità ed emozione alla cerimonia, è iniziato il Seminario “Il Patronato Inca in America Latina”.


Incontro continentale di grande rilievo che per la prima volta si realizza in Venezuela. È una scelta importante che denota sensibilità ed interesse verso le problematiche della nostra collettività e del paese in cui vive.


La presenza dell’Ambasciatore d’Italia Gerardo Carante, del Console Generale Fabrizio Colaceci, della viceconsole di Margarita Rossella Cotogno, e dei membri del CGIE, Ugo Di Martino, Nello Collevecchio e Michele Coletta, dimostrano il rilievo che i massimi rappresentanti dell’Italia e della collettività danno all’operato dell’Inca e dai patronati in generale.


L’apertura del seminario ha dato un’immediata immagine della serietà del lavoro che si svolgerà nel corso di un’intera settimana, settimana nella quale si analizzeranno cinque grandi aree tematiche: Il rapporto con il sindacato, associazioni, istituzioni. Le rappresentanze degli italiani all’estero.


Attivività del Patronato in America Latina. Convenzioni internazionali e prestazioni. L’Inca CGIL e la solidarietà. Numerosi i partecipanti: Antonio Bruzzese, responsabile esteri dell’Inca, Claudio Sorrentino e Antonio Mazziotti del Segretario Estero, Italo Stellon e William Zanon della CGIL e Inca Nazionale, Ferruccio Danini del Sindacato Pensionati Italiani, rappresentanti delle Inca regionali di Lombardia, Veneto, Emilia e Basilicata, coordinatori dell’Inca Slovenia e Francia, delegazioni dell’Inps italiana, venezuelana e degli altri paesi partecipanti, Rosa Castellano del sindacato venezuelano CTV e Waisesko Pedro del sindacato argentino CTA, presidenti, coordinatori e membri degli uffici Inca dell’Argentina, Uruguay, Cile, Brasile.


Gli onori di casa sono stati fatti dalla delegazione dell’Inca Venezuela il cui coordinatore nazionale è Giovanni Di Vaira.


All’ultimo momento ha dovuto sospendere il suo viaggio il Presidente dell’Inca Aldo Amoretti impegnato in varie riunioni per arginare la minaccia di una decurtazione ai capitoli di spesa per le comunità e in particolare per i patronati, con la nuova Finanziaria in via di approvazione.


Amoretti ha inviato una lettera che è stata letta dalla Presidentessa dell’Inca Venezuela Marisa Bafile nella quale diceva, tra l’altro: “La nostra intenzione è quella di rafforzare le nostre strutture, qualificarle sempre di più e renderle adeguate al meglio nello svolgimento della loro funzione nell’interesse delle popolazioni che hanno bisogno del nostro servizio per ottenere il riconoscimento dei loro diritti.


Questo lavoro lo vogliamo realizzare dando luogo alla migliore collaborazione con gli enti, le istituzioni, le organizzazioni sindacali e sociali di tutti i Paesi dove operiamo.” Parole di sostegno sono state inviate anche dalla Ministro dello Sviluppo Sociale dell’Argentina, Alicia Kirchner che, non potendo essere presente ha delegato la coordinatrice del MERCOSUR e Affari Internazionali, Ana Marìa Cortès e la coordinatrice dello Sviluppo Sociale e Sanitario, Haydèe Jaciszin.


Rammarico per non aver potuto seguire i lavori del seminario ha espresso anche la Presidentessa Inca del Cile, la deputata Adriana Muñoz che è stata la prima donna Presidentessa del Parlamento cileno. Marisa Bafile, Presidentessa dell’Inca Venezuela, dopo aver dato il benvenuto a nome di tutto lo staff, ha parlato dei problemi comuni a tutte le collettività italiane in America Latina esortando a fare un salto di qualità nella loro individuazione e nella ricerca di soluzioni.


“In passato – ha detto Bafile – le collettività si sono unite per affrontare i problemi e dividere i momenti allegri. Oggi dobbiamo estendere questa voglia di unione a tutte le comunità superando sterili personalismi. Dobbiamo abbattere le frontiere e cercare piattaforme comuni, nel rispetto delle differenze, sulle quali lavorare insieme.”


Marisa Bafile ha anche parlato della necessità di svecchiare i rapporti con l’Italia che non devono più essere improntati sul concetto del dare e ricevere ma in un interscambio paritario dal momento che le collettività sono veri e propri serbatoi di creatività e professionalismo. Infine ha criticato fortemente le regioni che portano avanti politiche tese a favorire il rientro dei figli di emigrati per arginare l’immigrazione.


“È assurdo pensare – ha detto – che chi come noi ha nel sangue il ricordo dell’esodo, dell’abbandono, possa venir usato per opporsi ad altri, di altre parti del mondo, obbligati oggi a percorrere quelle che, molto opportunamente, Gian Antonio Stella ha definito le rotte della speranza e del dolore.”


Al suo intervento ha fatto seguito il saluto dell’Ambasciatore che nel ribadire l’importanza dei Patronati ha mostrato una relazione inviatagli recentemente dal Ministero degli Affari Esteri, riguardante il lavoro svolto nel paese dagli ispettori giunti per analizzare il loro operato nel nostro paese. “L’Inca – ha detto l’Ambasciatore Carante – ha ottenuto 8 punti sui 14 complessivi assegnati al lavoro dei patronati in Venezuela.


Un dato che ribadisce l’ottimo servizio prestato in tutto il paese.” Ha espresso soddisfazione per il fatto che sia stato scelto il Venezuela come sede per un seminario così importante, un paese, ha spiegato con enormi potenzialità, purtroppo afflitto da una delle più gravi crisi della sua storia.


Crisi che si traduce in una caduta del 20 per cento del pil con conseguenze molto gravi sulla vita dei suoi cittadini e di conseguenza dei connazionali. L’Ambasciatore ha aggiunto che il Venezuela ha le potenzialità per riprendersi e ha messo l’accento sull’importanza di una collettività che con il suo lavoro ne è diventata una delle componenti più valide.


Il responsabile esteri dell’Inca, Antonio Bruzzese, subito dopo è entrato nel cuore dei lavori con un esauriente ed articolato intervento, frutto dei tanti anni di esperienza maturati fuori dai confini italiani, a stretto contatto con le nostre comunità e con le realtà degli altri paesi. Ad esso ha fatto seguito la presentazione di quattro CD consegnati ai presenti, contenenti dati di fondamentale importanza per una maggiore conoscenza de’America Latina, del mondo del lavoro e delle organizzazioni internazionali, esaurientemente illustrati dallo stesso Bruzzese.


Il responsabile esteri dell’Inca, dopo aver parlato dei grandi cambiamenti che hanno causato avvenimenti internazionali particolarmente traumatici come il terrorismo e le continue stragi in Iraq, Israele, Cecenia ha puntualizzato: “il nostro riferimento rimane l’ONU e una politica dell’Europa verso la pace e la cooperazione.” Passando all’America Latina e alle sue “speranze” ha fatto riferimento alla concreta opportunità di cambiamento che rappresentano in Brasile e in Argentina i governi di Lula e e Kirchner.


Ha approfittato l’occasione per esortare i sindacati CUT e CTA ad aiutare le forze progressiste a raggiungere obiettivi come il progetto fame zero e quello dell’energia elettrica almeno al 72 per cento della popolazione brasiliana, così come a sostenere i passi che sta portando avanti il governo Kirchner per iniziare un cammino di trasformazione nel paese.


“Agli amici della CTA – ha detto Bruzzese – a pieno titolo interlocutori credibili e convinti di questo nuovo corso diciamo che forse varrà la pena di verificare meglio alcune forme di lotta. Quella dei Piqueteros francamente non la capiamo più. Le forme di lotta devono unire i lavoratori e i cittadini e non dividere creando disagi continui.”


Parlando del Venezuela ha precisato che “senza vera libertà sindacale, d’impresa e con una sicurezza precaria è per noi difficile giudicare positivamente l’esperienza guidata dal Presidente Chàvez. Siamo comunque dalla parte di coloro che vogliono operare nel senso di una riconciliazione, certo anche con le necessarie mediazioni. Ciò non toglie nulla al nostro giudizio che rimane severo.”


Infine il responsabile esteri dell’Inca ha parlato del lavoro svolto dal patronato e delle grandi sfide con cui si è misurato nell’ultimo anno: la campagna RED-EST; le ispezioni a tutti gli uffici e tutti i paesi dell’America Latina; la gestione dell’attività con i poli territoriali INPS, le elezioni dei Comites e del CGIE.


Per quanto riguarda la campagna RED-EST che, in base alla Finanziaria 2001/2002 prevede l’accertamento di età, reddito nazionalità ed esistenza in vita degli utenti in quanto ogni contributo all’assistenza diretta, indiretta o per integrazioni deve essere verificato, ha ricordato lo sforzo gigantesco fatto per attivare, in America Latina la linea Internet rapida che permette l’immediata trasmissione dei dati all’Inps.


Il lavoro ha richiesto un impegno non indifferente da parte di tutti gli operatori che Bruzzese ha pubblicamente elogiato. Riferendosi alle ispezioni ha sottolineato che esse consolidano il primo posto dell’Inca tra i patronati in tutto il mondo. Ha condannato l’incapacità della burocrazia di verificare come “rispetto al paniere di 10 anni fa ci siano delle prestazioni nuove, art. 38, campagna RED-EST, che potrebbero essere riconosciute senza ricorrere ad alcun provvedimento legislativo, semplicemente per via amministrativa.”


Rivolgendo una forte critica al Ministro Maroni, “espressione di quella cultura leghista, spesso razzista, per la quale esprimiamo la nostra più totale avversità” ha difeso il sindacato “e tutto ciò che fa parte dei valori di cui sono capaci grandi istituzioni come quelle del Patronato…. (Maroni) non si è mai posto il problema di verificare l’attività del Patronato, riceve i bilanci ogni anno, approvati da revisori iscritti all’Albo Nazionale e non ha mai avuto la curiosità di visitare una sede del Patronato per conoscerne l’attività”.


Con determinazione, parlando della possibile decurtazione dei fondi per i Patronati ha concluso dicendo: “Non staremo a guardare. Non abbiamo paura della lotta. La nostra radice sindacale ci ha abituato a lotte dure e prolungate.” Ugualmente articolato è stato l’intervento riguardante le relazioni con l’INPS e con i Comites e i CGIE.


Per quanto riguarda il voto all’estero ha precisato che l’Inca non parteciperà a nessuna campagna elettorale. “Ho già detto che siamo e saremo al servizio delle istituzioni e delle autorità consolari e di Ambasciata per contribuire a far si che tutti coloro che ne hanno diritto possano votare nella segretezza e nel rispetto delle regole democratiche.”


La prima giornata di lavoro, di cui parleremo nell’edizione di domani, toccherà la tematica: Il rapporto con le istituzioni, il sindacato e le associazioni e sarà aperta da un intervento del Console Generale Fabrizio Colaceci.