Cosa vorremmo dall´Italia

La polverizzazione di certe posizioni crea un panorama molto più complesso e difficile, difficile da gestire per chi ci governa e per chi ha il compito di assumere le redini di un’opposizione. Tra tante ferite, lacerazioni, accuse, diffidenze, si rischia di perdere la serenità e di scivolare verso posizioni di assoluto trionfo o assoluta sconfitta. Posizioni, entrambe, sbagliate. Se anche fossero accettati dalle parti i numeri dati dal CNE essi indicherebbero che più di un 40 per cento della popolazione ha espresso, con il proprio voto, il desiderio di un cambio a livello di governo. Un patrimonio estremamente importante per le forze dell’opposizione. In politica la conclusione di una tappa è anche l’inizio di un’altra. Il referendum è solo un passaggio e chi desidera un cambio non può permettersi pianti sterili, deve continuare a lottare.


Senza mai abbandonare il cammino democratico. I canti di sirena che promettono tutto subito hanno insanguinato la storia dell’America Latina e va loro sbarrata la strada con fermezza e determinazione.


È per la democrazia e all’interno della democrazia che devono lottare sia il governo che l’opposizione. Con azioni concrete e non con belle parole. Le azioni concrete significano innanzi tutto il rispetto delle differenze. All’interno della nostra comunità, una comunità che ha superato gli anni in cui stava in finestra a guardare e si limitava a lavorare, c’è di tutto. Ed è proprio la pluralità democratica che ci caratterizza che vorremmo veder tutelata dal governo italiano. Partecipare e vincere una gara d’appalto, accedere ad un posto di lavoro, deve essere garantito a tutti i cittadini indipendentemente dalle idee politiche, dalla firma messa per un referendum, dalle dichiarazioni date alla stampa. Nessuno deve aver paura di esprimere le proprie idee, di militare in questo o quel partito, di sentirsi vicino al governo o all’opposizione. Nè oggi nè mai. La democrazia è un principio che va al di là di questo o quel governo ed oggi, in Venezuela, paese in cui un voto ha tragicamente disegnato la spaccatura di forze praticamente paritarie, è più che mai necessario che il contesto internazionale, e per quanto ci concerne, in primo luogo l’Italia, ci aiutino a tutelarla. Se ciò non dovesse avvenire significherebbe che i tempi in cui la vita di un emigrante valeva qualche sacco di carbone sono scomparsi solo a parole.